Nella maggior parte dei casi, il paziente candidato alla cardiochirurgia è un soggetto ad alto rischio operatorio che implica, per l’odontoiatra, difficoltà nelle scelte terapeutiche e nella gestione ambulatoriale. Il Lavoro pubblicato su Il Dentista Moderno (2010;04:80-94) punta, attraverso la revisione della letteratura, a stabilire un protocollo operativo per la gestione del paziente candidato alla chirurgia in ambito odontoiatrico. Gli Autori hanno rilevato i dati epidemiologici riguardanti le patologie cardiovascolari di interesse cardiochirurgico maggiormente incidenti; Analizzato gli studi, sia epidemiologici sia sperimentali, in merito alla correlazione tra patologie odontostomatologiche e patologie cardiovascolari ed è stata esaminata la letteratura più recente (risalente all’ultimo decennio) in merito alle problematiche gestionali, anestesiologiche e farmacologiche nel trattamento odontoiatrico del paziente cardiopatico, alle indicazioni di trattamento odontoiatrico nel paziente cardiotrapiantato e alle recenti linee guida per quanto riguarda la profilassi contro l’endocardite e il trattamento anticoagulante orale.
“E’ sempre consigliabile –sostengono gli Autori- per i pazienti candidati alla cardiochirurgia, soprattutto se di tipo valvolare, una valutazione odontoiatrica preventiva, mirata all’individuazione e all’eventuale eliminazione di foci infettivi a livello del cavo orale, i quali potrebbero sostenere una batteriemia, con conseguenze importanti a livello endocardico e, secondo recenti studi, anche a livello vascolare”.
“Dato l’alto rischio operatorio che caratterizza questi pazienti –concludono- in caso di necessità di terapie estrattive è indicata l’ospedalizzazione”. Nel Lavoro vengono anche riportati i recenti protocolli relativi all’impostazione della profilassi antibiotica e alla gestione della terapia anticoagulante orale che possono essere di aiuto all’odontoiatra nel trattamento di questi pazienti.
Queste le indicazioni:
Prima dell’intervento: Visita odontoiatrica; Ortopantomografia; eliminazione di tutti i potenziali foci infettivi; certificazione di idoneità.
Dopo l’intervento: nel corso dei 6 mesi successivi si potrà intervenire su eventuali trattamenti necessari per algie, traumi, ecc. In seguito si potranno effettuare terapie conservative e di mantenimento ed eventuali riabilitazioni protesiche.