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Bianco (FNOMCeO): “questi i principi della nostra riforma delle professioni”
[martedì 18 maggio 2010]

Durante il Consiglio nazionale tenutosi a Ravenna lo scorso fine settimana, il presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco ha informato sui punti posti in discussione durante la riunione con i colleghi degli altri Ordini o Collegi delle professioni sanitarie tenutasi presso il ministero della Salute il 22 aprile.

Di seguito le due proposte condivise che guideranno il documento che verrà presentato giovedì prossimo illustrate dal presidente Bianco durante la sua relazione.

Sollecitare il Parlamento a proseguire nell’iter di approvazione del D.L. 1142 in materia di costituzione degli Ordini delle professioni sanitarie rivedendone alcuni aspetti e soprattutto inserendo in quel testo una Delega al Governo per la definizione dei principi generali che dovranno informare i decreti attuativi dell’ammodernamento organizzativo e gestionale degli Ordini delle professioni di Medico Chirurgo, Odontoiatra, Farmacista e Medico Veterinario.

 

Il secondo impegno con il Ministro consiste nel produrre un documento, possibilmente condiviso, relativo ad alcune questioni che, pur nelle oggettive diversità di contesto, esprimono problematiche comuni a tutti i servizi professionali e cioè:

a) La previsione per i servizi professionali caratterizzati dalla salvaguardia di interessi generali e terzi alla diretta committenza, di tariffe di riferimento per onorari professionali ed eventuali fasce di oscillazione.

b) Una diversa e più incisiva integrazione tra processi e soggetti che producono e governano la formazione di base e i processi e soggetti che presiedono invece il governo del concreto esercizio professionale, con particolare riferimento alla formazione long-life e ai sistemi di valutazione e certificazione della qualità professionale.

c) La definizione giuridica delle società professionali e multi professionali con particolare riferimento ai principi di responsabilità, di affidamento delle attività e di ruolo di eventuali soci di capitali al fine di garantire sia il rispetto delle competenze, sia le finalità etiche dei servizi professionali che tutelano diritti della persona costituzionalmente sanciti.

d) Rafforzare il ruolo deontologico (e disciplinare!) degli Ordini professionali nella valutazione della veridicità e trasparenza nella comunicazione delle informazioni sui servizi professionali resi, in altre parole la pubblicità, secondo quanto peraltro previsto nelle direttive europee in materia.

e) Rivedere l’attuale normativa sul riconoscimento dei titoli e delle attività, nonché delle associazioni di soggetti esercenti attività nel campo della salute umana, attribuendo al Ministero della Salute un ruolo più incisivo presso il CNEL e soprattutto ponendo rigorose restrizioni ai meccanismi di autoformazione e autolegittimazione di attività offerte ai cittadini come prestazioni finalizzate alla tutela della salute e del benessere. Al riguardo vi ricordo che è stato pubblicato sulla G.U. il DLgs n° 59 del 26/03/2010, relativo ai servizi professionali che, all’art. 8 modifica o meglio perfeziona la definizione di professione regolamentata in recepimento della Direttiva Zappalà (123/2006), includendovi anche le “attività non riservate”. Tale esclusione aveva ristretto il campo di potestà delle professioni regolamentate, consentendo di fatto ad altri figure ed associazioni di qualificarsi e legittimarsi su attività in parte o in tutto rientranti nel campo di azione delle professioni regolamentate in Ordini e Collegi. In altre parole vengono finalmente chiariti alcuni grandi equivoci del cosiddetto sistema duale: Ordini ed Associazioni escludendo la possibilità di sovrapposizioni di attività.


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