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Fatturare al posto dell’abusivo non è reato
[giovedì 20 maggio 2010]

La terza Sezione della Cassazione penale con la sentenza numero 17525 ha stabilito che fatturare per conto di un soggetto terzo, se questa azione non favorisce l’evasione fiscale, non costituisce reato.

La vicenda presa in esame riguarda un odontoiatria che faceva ricorso alla Suprema Corte dopo essere stato condannato per aver fatturato a suo nome, per le prestazioni odontoiatriche eseguite nel suo studio da un abusivo. L’odontoiatra è stato anche condannato come prestanome.

Secondo quanto pubblicato nella sentenza, l’odontoiatra aveva consentito all’abusivo di effettuare interventi odontoiatrici fatturati poi a nome del dentista titolare dello studio. La condanna comminata era per aver emesso fatture per prestazioni inesistenti; non avendole effettuate lui ma l’abusivo. Nel ricorso, l’odontoiatra ha sostenuto che le fatture erano state emesse dall'abusivo a sua insaputa facendogli credere che il denaro consegnato proveniva da prestazioni effettuate in precedenza. Per questo le fatture, ha sostenuto, in buona fede erano state inserite nella contabilità dello studio,.

La Cassazione ritiene che la registrazione delle fatture in contabilità dimostrano la buona fede dell’odontoiatra ritenendo che l'unico fine, nell'emissione delle fatture,  emerso dagli atti era stato quello di consentire all'abusivo l’esercizio della professione di odontoiatra.

Finalità diversa, precisa la Corte, da quella specifica di consentire a terzi l'evasione delle imposte sui redditi o dell'Iva richiesta dalla norma.


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