Nell’anno che ha visto iniziare la crisi, il 2008, l’industria italiana del settore dentale ha retto. Ad indicarlo l’analisi del mercato dentale del settore industriale presentati nella consueta conferenza stampa dell’UNIDI durante il 53° Congresso degli Amici di Brugg svoltasi sabato 29 maggio.
“Il settore –ha spiegato Roberto Rosso della Key-Stone che ha curato la realizzazione della ricerca- presenta una crescita, seppure contenuta, rispetto al 2007. Il trend medio nel quadriennio si attesa al +6,7%. Sin da questa prima analisi si nota una maggior crescita rispetto alle medie degli altri settori produttivi del paese, nonostante il rallentamento registrato nel 2008”.
Scorrendo i dati si nota come sia l’export a trainare la crescita della produzione industriale del settore dentale. Infatti se nel quadriennio 2004-2008 il mercato interno segna un +3,7% quello verso l’estero ha registrato un +6,1%. Nel solo 2008 la produzione destinata al mercato interno ha invece perso un -3% rispetto al 2007 mentre quello dell’esportazione è cresciuto del 2,8%. 313 milioni di euro il fatturato dell’industria italiana dei prodotti esportati mentre 297 milioni di euro è il valore del mercato interno nel 2008.
Considerando il fatturato delle “famiglie” di prodotti (ovviamente condizionato dal loro prezzo di vendita); l’implantologia (184,3 milioni di euro), i prodotti di consumo (180,7) e gli apparecchi per dentisti (83,7) sono quelli più importanti. Queste, invece, le famiglie di prodotti che hanno sentito più di altri gli effetti della crisi rispetto al 2007: arredamenti e illuminazione (-15,1%), prodotti farmaceutici (-4,3%), apparecchi per i laboratori odontotecnici (-3,9%), apparecchi per lo studio dentistico (-2,4%) ed i prodotti per l’igiene e la sterilizzazione (-1,1%).
“Se i primi dati del 2009 (oggetto della analisi del prossimo anno) non indicano nulla di buono –spiega Roberto Rosso- il trend dato dalle rilevazioni di questi primi mesi del 2010 sembrano invece indicare una inversione di tendenza”.
I primi dati del 2010 indicano infatti per i soli prodotti di consumo una crescita delle vendite quantificabile nel +7% anche se, avverte Rosso, sono ancora dati indicativi.