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Rialzo del seno mascellare. Uno studio italiano su 692 pazienti
[venerdì 4 giugno 2010]

Scopo dello studio pubblicato su Il Dentista Moderno (2010;05:76-106) è quello di presentare una classificazione dei difetti ossei mascellari che necessitano di procedure di elevazione del seno mascellare proponendo una standardizzazione delle procedure chirurgiche in base al tipo iniziale di atrofia e permettere una valutazione del tasso di successo e sopravvivenza degli impianti inseriti nelle aree ricostruite in relazione alla situazione iniziale.

Su un totale di 692 pazienti trattati consecutivamente dal 1992 al 2004 sono stati effettuati 952 rialzi del seno mascellare. I difetti iniziali sono stati catalogati secondo una nuova classificazione che considera non solo l’altezza ossea residua al di sotto del seno, ma anche lo spessore della cresta alveolare e il rapporto intermascellare orizzontale e verticale. I risultati, spiegano gli Autori, sono stati differenziati in base alle differenti classi di appartenenza. L’elevazione del seno è stata effettuata con osso autologo prelevato da siti intraorali o extraorali. Per correggere concomitanti difetti alveolari, 579 rialzi sono stati associati a innesti onlay orizzontali e/o verticali. Un totale di 2037 impianti è stato inserito nei seni rialzati, immediatamente o a distanza di 4-6 mesi dalla ricostruzione. Gli impianti sono stati caricati dopo 3-6 mesi. Il follow-up medio è stato di 59 mesi (12-144 mesi). Il tasso di successo delle procedure ricostruttive varia tra il 93,2% e il 100%, in base alla classe di atrofia; i tassi di sopravvivenza e di successo complessivi degli impianti corrispondono rispettivamente al 95,8% e al 92,5%, mentre il tasso di sopravvivenza e di successo a seconda della classe di atrofia varia tra il 90% e il 97,6%, e tra l’85,4% e il 95,5% rispettivamente. I tassi di successo più bassi sono associati alle classi caratterizzate da un’atrofia più grave.

“I risultati ottenuti commentano gli Autori- hanno dimostrato che l’elevazione del seno mascellare, associata o meno a procedure ricostruttive con innesti ossei autologhi, è una procedura affidabile che consente l’inserimento di impianti in mascelle edentule atrofiche, indipendentemente dalla situazione clinica iniziale. Tuttavia, deve essere sottolineato che la percentuale di successo delle procedure ricostruttive e degli impianti differisce a seconda delle classi di atrofia, mostrando tassi di successo più bassi nei casi di atrofia più grave”.

 


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