Gli Enti previdenziali privati aderenti all’ADEPP, tra cui l’ENPAM, sono stati ricevuti ieri presso il ministero del Lavoro per ribadire la propria autonomia.
“Non possiamo –si legge in un comunicato stampa- accettare che venga messa in discussione l’autonomia gestionale, amministrativa e contabile e in linea ancora più generale l’essenza privata delle Casse di previdenza delle libere professioni”.
“Le Casse hanno dato ampia dimostrazione di voler partecipare al rilancio dell’economia del paese, garantendo il loro concreto contributo in un momento di profonda crisi quale quello che oggi interessa l’intera Europa; è assurdo -prosegue il comunicato- che anziché proseguire nella ricerca condivisa delle diverse soluzioni utili a questo paese si decida di incidere in termini invasivi sulla autonomia di questi enti che, nel tempo hanno dato ampia e riconosciuta capacità di garantire autonomamente stabilità ai rispettivi sistemi e, più in generale, alla sicurezza sociale del paese”.
“Attendiamo dal Governo – conclude il comunicato concreti segnali che l’inclusione di questi enti quali destinatari di norme di contenimento della spesa pubblica che in alcun modo essi concorrono a formare bensì unicamente a finanziare sia solo una frettolosa e involontaria involuzione interpretativa”.
Il problema è la norma inserita in finanziaria che potrebbe, a seconda delle interpretazioni, coinvolgere anche gli Enti previdenziali privati.
Positivi, stando a fonti vicine ad ENPAM, i riscontri dopo la riunione al ministero. Secondo quanto trapelato il ministero del Lavoro ha scritto a quello dell’Economia per verificare la posizione e capire se anche gli Enti aderenti all’ADEPP sono da considerare tra quelli interessati dalla norma in finanziaria. Ovviamente gli Enti sono certi che questo non sia possibile come ci aveva spiegato ENPAM.