Mentre l’ANDI nazionale compra delle pagine pubblicitarie sui principali quotidiani nazionali per sostenere il dentista libero professionista in Veneto, una delle regioni italiane in cui il low-cost italiano prolifica maggiormente, scoppia la polemica mezzo stampa tra Ordine e centri odontoiatrici a basso prezzo.
A lanciare l’offensiva è Fabio Scanu consigliere della Commissione Albo degli odontoiatri di Rovigo che sostiene che questi centri “carpiscono la buona fede dei pazienti”.
“Fa male –dichiara Scanu su Il Corriere Veneto- vedere la professione medica ridotta a un prodotto da supermercato capita di trovarsi addirittura sul parabrezza volantini che promettono prestazioni a prezzi stracciati, per accalappiare la buona fede dei pazienti”.
Sul fronte prezzi bassi Sacanu sostiene che non è tutto oro quello che luccica. “Gli interventi sono molto spesso articolati e hanno costi che non possono essere compressi, tanto che anche il servizio sanitario nazionale più di tanto non riesce a garantire. Capita, dunque, che i pazienti si trovino di fronte a fatture comunque cospicue e, magari, meno soddisfatti delle prestazioni ottenute, tanto che quel che si è risparmiato ce lo si ritrova a spendere in cause legali. Del resto, dietro queste strutture si celano spesso odontotecnici- manager che concepiscono l'attività svolta come di natura meramente imprenditoriale e quindi separata dall’etica”. Prezzi bassi a discapito della qualità possibili, continua il componente della CAO, resi possibili dal fatto che in queste strutture lavorano giovani odontoiatri sottopagati o dentisti provenienti dai paesi confinati dell’ex Jugoslavia.
Strutture low-cost che non sono ovviamente d’accordo con quanto sostiene Scanu e che, sempre tramite la stampa, ribattono punto per punto alle accuse.
“Siamo disponibili a qualsiasi verifica; proprio perché siamo in regola con tutto”, dichiara sempre a Il Corriere Veneto Enrico Marcon, direttore sanitario dell'ambulatorio odontoiatrico Spd. “Noi non proponiamo prezzi stracciati, ma qualità a un giusto costo - sostiene -. Abbiamo il vantaggio di realizzare economie di scala maggiori, seguendo cinquemila pazienti l'anno. In ogni modo, invito a non far di ogni erba un fascio: come non tutte le grandi strutture operano al meglio, lo stesso si può dire per i liberi professionisti. Noi abbiamo un grado di soddisfazione molto elevato tra i pazienti e le contestazioni sono state rarissime”.
“Non ci si può lamentare e basta se si perdono pazienti –continua Marcon- se si chiedono cifre più alte, bisogna offrire se è possibile servizi maggiori. È come quando si va a fare la spesa: se la stessa confezione di cracker mi viene proposta a prezzi diversi, opterò per il negozio che me la offre a meno”. Marcon rigetta anche l’accusa di spersonalizzare il rapporto dentista paziente. “Se un cittadino ha un rapporto fiduciario con un professionista dello staff –dice Marcon- si articola il calendario degli appuntamenti perché la relazione si mantenga per tutto il percorso terapeutico. Semmai la rottura del rapporto si registra spesso nel servizio sanitario nazionale”.
Sulla questione interviene anche la Federconsumatori che sempre sullo stesso quotidiano prende le distanze da quanto affermato dalla CAO di Rovigo sostenendo che “non va i bene fare di ogni erba un fascio. Noi stessi abbiamo convenzioni e forme di collaborazione con alcuni di questi studi che garantiscono prestazioni di qualità a costi ragionevoli. Anzi, in diversi casi abbiamo avuto segnalazioni di consumatori scontenti o danneggiati in studi libero professionali”.