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I problemi dell’odontoiatria italiana tra prezzi, tutela della professione e battibecchi tra “operatori” in una serie di articoli su Varese News dove anche i pazienti dicono la loro; e non sono teneri
[giovedì 22 luglio 2010]

A cominciare è stato un articolo (pubblicato il 18/06/2010) in cui si dava notizia della nascita della sezione AIO di Varese. Articolo nel quale il presidente dell’AIO di Milano Alessandro Staffelli evidenziava i rischi di affidarsi a studi dentistici low-cost.

Una appello che ha acceso un dibattito nel forum del giornale on-line dove molti pazienti hanno spiegato al presidente AIO che si cerca il low-cost perché i dentisti costano troppo. “Di mezzo –si legge in uno dei primi commenti- c'e' la gente che deve scegliere fra: 1. il rischio di un "low cost"; 2. il rischio di un "very high cost", ovvero un dentista "normale" che può costare mesi e mesi di stipendio; 3. fare turismo odontoiatrico presso dentisti con prezzi normali in Repubblica Ceca, Romania, Ucraina, ecc. Quando si parlerà di questi aspetti. Diciamocelo: i dentisti ed il loro "indotto" (quelli che producono le forniture) stanno da sempre speculando sul mal di denti che inesorabilmente arriva per tutti!”

Dopo questo messaggio ne seguono altri 47 ad oggi in cui pazienti dentisti ed odontotecnici portano le loro opinioni.

Ma non basta il forum. Dopo l’articolo con il commento di Staffelli, il 10 luglio -sempre sullo stesso giornale- viene pubblicata una intervista al presidente nazionale Fe.Na.Od.I., il varesino Antonio Ziliotti, in cui evidenza come i costi elevati delle protesi non dipendono dagli odontotecnici. “Nella maggior parte dei casi –dice Ziliotti- per noi odontotecnici il prezzo non è congruo al lavoro fatto. Nel senso che di quello che chiede il dentista, noi vediamo poco. I nostri listini sono  fermi  da dieci anni e inoltre subiamo la concorrenza dei paesi stranieri. C’è un laboratorio di odontotecnica in provincia di Varese che fa realizzare tutti i manufatti in Cina. Una concorrenza che è legale ma sleale, perché ci sottopone al ricatto del prezzo più basso”. Ziliotti che alla domanda di quale potrebbe essere il prezzo giusto per una corona così risponde: “Dipende dal materiale. Comunque, una buona protesi (un solo dente ndr) fissa in ceramica tradizionale o in zirconio dovrebbe costare al cittadino intorno ai 600 euro. Se tutto fosse fatto con i giusti criteri una metà andrebbe al medico e l’altra metà all’odontotecnico. Ma se fai pagare una ceramica 1000 euro e noi ne prendiamo 200 c’è una bella differenza a fronte di un lavoro che grava sulle spalle dell’odontotecnico”. La soluzione secondo il presidente della Fe.Na.Od.I. potrebbe essere quella della fatturazione separata e la nascita di un tavolo tra tutti gli operatori del settore per discutere del problema.

Anche questo articolo raccoglie un buon numero di commenti, persino più elevato del precedente.

Questo il primo commento: “il solito scaricabarile SEMPRE COLPA DEGLI ALTRI .... gia' vogliamo scommettere che alla fina la colpa e' del cliente? .... nel frattempo i polli sono costretti a pagare! Già! al mal di denti (o peggio) non si sfugge! Poi non ci si meravigli che la gente si affida al low-cost oppure al turismo odontoiatrico nei paesi dell'Est (Repubblica Ceca, Ungheria, Romania) ove a parità di standard si paga decisamente meno!”

Il 16 luglio Varese News pubblica un’intervista al presidente della CAO di Varese Dino Azzalin che vuole subito a chiarire: “diciamo che non esiste per nessuna altra categoria di professionisti che il costo venga sbattuto sempre in prima pagina, non so avvocati ,ingegneri, notai... Viene fatto solo con i dentisti. E comunque, nessuno si inventa i prezzi, dal 2008 c’è un "tariffario"nazionale di orientamento proposto dall’ANDI, a cui noi si fa riferimento”. E quando il giornalista gli chiede, “Beh il tariffario lo fate voi e renderlo noto è comunque una questione di trasparenza”, il presidente CAO dice. “Ci sono dei luoghi comuni che vanno sfatati. I costi del dentista sembrano alti solo per il fatto che paga il cittadino di tasca sua e questo è il punto centrale della questione. Non parliamo dei dentisti soltanto , ma di altre specialità. Ad esempio, quando si fa un trapianto di cuore, che costa, dico così, un milione di euro, nessuno si sogna di dire che il cardiochirurgo è un ladro. Perché le spese le sostiene qualcun altro, cioè il servizio sanitario pubblico. Un intervento di appendicite, che occupa lo stesso tempo di un’estrazione dentale, costa intorno ai 30 mila euro. L’operaio ma anche l’impiegato non se li potrebbero permettere, eppure nessuno si sogna di protestare per quei prezzi”.

Anche in questo caso i commenti non sono dei più teneri. Questo il primo: “che comunque i dentisti siano dei "ladri" lo conferma il fatto che i prezzi italiani sono i più alti d'Europa. Questo è innegabile.. In olanda sono così degli incapaci per costare così meno rispetto a noi??”

Ultimo in ordine cronologico è l’intervento di Maurizio Quaranta, past-president ANCAD e consigliere dell’ADDE, pubblicato ieri in cui invita il settore a ritornare alla centralità del paziente. Evidenziando come “il Parlamento europeo per ciò che concerne l'odontoiatria, ha un solo preciso obiettivo: far scendere il costo della parcella odontoiatrica per i pazienti”, indica i mali dell’odontoiatria partendo dalla pletora passando, ovviamente, per il low-cost che in altri settori, ricorda, si chiama globalizzazione. Quaranta evidenza anche come molto spesso la colpa delle parcelle elevate dipendano dai pazienti che hanno trascurato la prevenzione e per questo sono costretti a grossi e costosi interventi protesici. La ricetta del dott. Quaranta, sia per i dentisti che per gli odontotecnici è investire su qualità, tecnologia ma soprattutto concentrarsi a 360° sul paziente, sulle sue esigenze e necessità.

 


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