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Domani a Bruxelles la CAO incontra il Commissario alla salute. Intanto il presidente Renzo rilancia l’allarme diplomi esteri fasulli
[martedì 14 settembre 2010]

Domani 15 settembre, una delegazione della CAO nazionale con la presidente del Collegio nazionale dei Docenti di Odontoiatria Elettra  De Stefano Dorigo ed il referente del ministro della Salute per le tematiche odontoiatriche, prof. Enrico Gherlone, incontrerà a Bruxelles il Commissario europeo alla Salute e alle Politiche dei consumatori John Dalli.

Obbiettivo dell’incontro, annunciato nel dicembre scorso durante la presentazione del libro bianco sull’abusivismo, quello di portare le problematiche dell’odontoiatria italiana al Parlamento Europeo.

Parlamento Europeo che con l’approvazione della direttiva 2005/36 (la direttiva promossa dall’On. Stefano Zappalà) sulla libera circolazione dei professionisti avrebbe aperto una falla che permetterebbe di far riconoscere, facilmente, lauree in odontoiatria ottenute all’estero attraverso “organizzazioni criminali”.

A denunciare questa “fabbrica di dentisti abusivi” è il presidente CAO Giuseppe Renzo che attraverso un comunicato stampa dichiara: “Siamo di fronte a una vera e propria organizzazione criminale, che si diffonde anche a livello europeo, e contro la quale il ministero della Salute, che è l’autorità competente a verificare la correttezza dei percorsi formativi, si trova con pochi appigli legali, nonostante il totale impegno e la grande professionalità di chi vi opera, mentre gli avvocati che difendono in maniera disinvolta i “laureati” hanno gioco facile. I titoli, infatti, sono corretti dal punto di vista formale, anche se non sono in grado, nella pratica, di garantire il corretto apprendimento e quindi un adeguato svolgimento della professione”.

Secondo Renzo, “la libera circolazione dei professionisti non può prescindere dall’assoluta garanzia del corretto riconoscimento dei titoli professionali conseguiti sia negli altri paesi europei, sia in quelli extracomunitari. Ad oggi, invece, non si riesce ancora a garantire un sistema “ultrasicuro” per l’equiparazione di questi titoli. Con rischi anche gravi per la Salute pubblica”.

Fortunatamente, per i cittadini italiani, stando ai dati dell'Unione Europea per ora sono poche decine all’anno le lauree in odontoiatria riconosciute in Italia ma altri dati indicano che sono molti gli studenti, in prevalenza figli di professionisti italiani, iscritti negli atenei europei –in particolare in quelli privati spagnoli- e che tra qualche anno chiederanno al Ministero della Salute e successivamente all’Ordine dei Medici il riconoscimento della propria laurea e la possibilità di esercitare la professione nel nostro Paese.

Per meglio affrontare questa ma anche altre problematiche professionali che devono essere governate a livello europeo, la CAO nazionale intende aprire proprio a Bruxelles un proprio ufficio. Una vera e propria “Casa europea dell’Odontoiatria” la definisce il presidente Renzo.

Un ufficio che potrebbe essere aperto stando a quanto discusso durante il Consiglio nazionale CAO del giugno scorso all’interno della UEMS, l’Unione europea dei medici specialisti.

La CAO andrà quindi ad intensificare il pressing verso la UE a favore dei dentisti svolto delle altre associazioni che rappresentano i dentisti italiani in Europa: tra le quali la CED, il CODE e l’ERO.

 


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