Tra le norme introdotte nel DdL “Sperimentazione clinica e altre disposizioni in materia sanitaria" approvato oggi dal Consiglio dei Ministri torna, ma in forma diversa, la tassa sui dispositivi medici abolita dalla Comunitaria 2010 –che aveva cancellato la norma che prevedeva il pagamento di 100 euro per ogni registrazione effettuata nel repertorio dei dispositivi medici- come chiesto dalla UE.
Secondo il DdL dalla data di entrata in vigore della legge e fino al 31 marzo 2012, le aziende che producono o commercializzano in Italia dispositivi medici, compresi i dispositivi medico-diagnostici in vitro e i dispositivi su misura, sono tenute, in occasione di ogni vendita effettuata a strutture del Servizio Sanitario Nazionale, al versamento a favore dell'acquirente di un contributo pari all’1 per cento della somma fatturata al netto dell’IVA.
Di conseguenza, tutti i laboratori odontotecnici che forniscono i dispositivi protesici alle ASL potrebbero essere costretti a versare alle stesse l’1% dell’importo di ogni protesi prodotta; stesso discorso per la fornitura da parte dei depositi dentali delle tipologie di dispositivi indicati nel DdL.
Decreto che prevede anche l’istituzione di un apposito tavolo presso il Ministero della Salute, con la partecipazione del Dipartimento per gli affari regionali, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dello Sviluppo economico, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, di rappresentanti regionali e delle associazioni industriali maggiormente rappresentative, allo scopo di predisporre una proposta organica per la sostituzione della disciplina dei prezzi da porre a base d’asta.