Uno dei più autorevoli siti dedicati alla sanità in genere ed alla politica sanitaria in particolare, da qualche giorno pubblica i pareri dei principali attori della sanità italiana sul DdL Salute presentato dal Governo su proposta del ministro Fazio. Oggi tocca al presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco ed al presidente della CAO nazionale Giuseppe Renzo.
Per Bianco è importate dare agli odontoiatri maggiore autonomia ordinistica che potrà anche arrivare con l’istituzione di un Ordine autonomo.
“Importante –dice Bianco a Quotidianosanità.it- l’apertura alla componente odontoiatrica in una prospettiva di maggiore identità, offrendo un ventaglio di possibilità di espressione che possono arrivare fino all’individuazione di un Ordine autonomo, come peraltro avviene già da oltre vent’anni in molti Paesi europei. È chiaro che i laureati a medicina che siano anche odontoiatri potranno iscriversi a due Albi e che, sulla base della strada che si sceglierà di intraprendere, occorrerà poi farne derivare gli opportuni cambiamenti in ambito previdenziale”.
Per Renzo l’autonomia politica ed amministrativa per gli odontoiatri è una necessità soprattutto nelle OMCeO dove non sempre i presidenti CAO sono considerati. Autonomia necessaria, continua Renzo anche per occupare le poltrone che contano, anche nell’Enpam, garantendo maggiore rappresentatività agli odontoiatri.
“A livello di Federazione nazionale –dice Renzo- c’è un grande rispetto della nostra autonomia sotto il profilo politico e anche economico: abbiamo un capitolo spese ad hoc inserito nel bilancio e io ho piena libertà di esprimere le mie posizioni e dunque le posizioni degli odontoiatri. Ma non in tutti gli Ordini provinciali si registra lo stesso clima e resta comunque il fatto che la responsabilità di qualsiasi mio atto, sebbene io sia eletto dalla componente odontoiatrica, ricade interamente sulle spalle del presidente Bianco, unico rappresentante legale della Federazione. Stesso problema si pone per quanto riguarda l’Ente di previdenza, come si è visto anche nella recente tornata di rinnovo dei vertici Enpam. Tutto questo non può più essere regolato solo da un gentlemen agreement, né si può pensare ad una autocorrezione dello Statuto e del Regolamento degli Ordini, visto che noi siamo chiaramente in forte minoranza numerica. Per questo è necessario che la nostra autonomia venga garantita da una riforma”.
A questo link il testo integrale dei due interventi