Se l’odontoiatria pubblica è ancora la cenerentola del SSN non sono poche le Asl che offrono a tutti i cittadini prestazioni odontoiatriche all’interno degli ambulatori pubblici a prezzi low-cost.

A fotografare il “fenomeno” è la Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie) che ha realizzato un'indagine sul territorio fornendo una panoramica su come le aziende sanitarie stanno sperimentando nuove strade per consentire cure odontoiatriche economicamente sostenibili.

Dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto a Bolzano, dall’Emilia all’Umbria sono alcune delle realtà censite dalla Fiaso.

Asl e Ospedali che hanno, spiegano dalla Fiaso, “iniziato ad aguzzare l’ingegno per offrire cure dentarie low-cost anche alla stragrande maggioranza degli assistiti che non rientrano nelle fasce deboli della popolazione, le uniche che, in base al decreto sui LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), hanno garantite cure odontoiatriche gratuite o al massimo dietro pagamento  del ticket”.

Diversi i modelli censiti, si va dall’ambulatorio pubblico che nel pomeriggio offre prestazioni a prezzi “ribassati” per tutti (per esempio 400 euro per una ceramica in alcune Asl piemontesi) alle convenzioni con i privati destinando spazi pubblici per attività libere professionali.

Sicuramente offrire prestazioni odontoiatriche a prezzi calmierati è un bene per i cittadini e può essere anche un business per le Asl sempre a caccia di finanziamenti, ma offrire prestazioni low-cost all’interno delle strutture pubbliche, sfruttando attrezzature e personale finanziati con fondi  pubblici, si rischia di penalizzare il settore privato che, non avendo sovvenzioni, non riesce ad offrire le stesse prestazioni agli stessi prezzi.

Nella tabella il costo delle prestazioni di alcune Asl dell’Umbria per i cittadini non coperti dai Lea.