All’ANDI era andata male ed il suo ricorso al Tar contro l’obbligatorietà per i liberi professionisti verso il sistema ECM era stato bocciato ma nonostante questo, l’associazione ha continuato ad esprimere critiche verso il sistema fino alle recenti dichiarazioni del suo presidente.
Ora anche l’ANMVI (Associazione nazionale medici veterinari italiani) pone dubbi sulla legittimità dell’obbligo per i liberi professionisti forte di un parere fornito dal proprio ufficio legale che afferma l'insorgenza di profili di illegittimità costituzionale “qualora l’assoggettamento all’attuale sistema ECM fosse reso obbligatorio per i liberi professionisti”.
Secondo quanto indicato nel parere fornito dai legali dell’ANMVI se l'Accordo Stato Regioni del 1 agosto 2007 è estremamente esplicito nello stabilire che anche "i liberi professionisti sono impegnati ad assolvere l'obbligo della formazione continua" lo è altrettanto nel prevedere che "ogni eventuale obbligo per gli stessi debba fondarsi su alcune precise garanzie normative ed individuare agevolazioni sui costi supportati.
“Appare, pertanto, evidente –continua il parere- come la norma citata, pur ponendo in capo ai liberi professionisti un preciso dovere di provvedere alla propria riqualificazione mediante gli strumenti formativi previsti dal sistema nazionale ECM, subordini l'attuazione e la cogenza di tale obbligo alla predisposizione di provvedimenti normativi (al limite anche semplici atti amministrativi) che risolvano le più evidenti problematiche che l'estensione di tale obbligo comporta, attuando le precise garanzie ed introducendo le agevolazioni previste dall'Accordo stesso. In mancanza di tali norme ben difficilmente il sistema nazionale di Formazione Continua in Medicina disciplinato dall'Accordo del 1° Agosto 2007 potrà essere ritenuto obbligatorio anche per i liberi professionisti, anche in considerazione del fatto che una sua automatica attuazione porrebbe seri profili di illiceità costituzionale".