In merito alla sanzione dell’Antitrust ad alcune aziende del settore cosmetico ed all’associazione Centromarca, della quale vi abbiamo informato ieri, l’associazione precisa che “non condivide il provvedimento emanato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato riguardante presunti aumenti coordinati, al di sopra dell’inflazione, dei prezzi dei prodotti cosmetici praticati tra il 2000 e il 2007 e ribadisce che nell’ambito della propria attività non ha condotto né facilitato comportamenti restrittivi della concorrenza e annuncia di aver incaricato i suoi legali di presentare ricorso al Tar”.
L’associazione ritiene che la sanzione non trova nessun riscontro oggettivo perché:
- La variazione media dei prezzi è sempre stata al di sotto dell’inflazione. Per quanto riguarda le industrie oggetto dell’indagine è stata inferiore a quella media dell’intero settore cosmetico (dati Nielsen e Istat).
- L’andamento dei prezzi dei prodotti cosmetici è sempre stato fortemente differenziato tra azienda e azienda a conferma dell’accesa competizione tra gli operatori del settore (dati SymphonyIRI e Istat).
- Il contestato scambio di informazioni sugli aumenti medi di listino non può determinare l’allineamento dei prezzi al consumo, perché la competizione tra produttori si gioca sul prezzo effettivo di cessione, che è molto diverso da quello di listino e straordinariamente divaricato tra azienda e azienda.
- Inoltre tale scambio riguarda dati irrilevanti sul piano concorrenziale, in quanto storici, aggregati, pubblici o provenienti in forma anonima da un elevato numero di imprese.
“Questi fatti –continua Cetromarche- dimostrano che non vi è stata alcuna attività restrittiva della concorrenza”. Secondo l’associazione è poi impossibile prefigurare un’intesa fra tanti differenti soggetti - dalle grandi multinazionali alle PMI italiane - estesa a tanto numerose categorie di prodotto e così prolungata.