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Malpractice in odontoiatria. Uno studio ha misurato il fenomeno nel Veneto: il 35% dei dentisti ha subito almeno una denuncia
[venerdì 17 dicembre 2010]

Il Tribunale dei diritti del malato indica nel 9% le denunce a carico dei dentisti per problemi di malpractice ma non esistono, in realtà, dati più precisi sul fenomeno anche perché è molto difficile reperirli.

Uno studio pubblicato su Dental Cadmos (2010;11.75-84) cercando di verificare l’efficacia di un metodo d’indagine attraverso SMS ha fornito dati più concreti sul numero e sulla tipologia delle denuncie di pazienti insoddisfatti per cure odontoiatriche.

L’indagine è stata condotta da una società specializzata sugli iscritti all’Albo degli odontoiatri della provincia di Venezia che hanno comunicato all’Ordine il proprio numero di cellulare. Il gruppo di ricerca ha definito un breve questionario inviato per SMS ai dentisti. Gli odontoiatri che non hanno risposto all’indagine via SMS sono stati contattati direttamente via telefono. Su 466 risposte ottenute, 200 attraverso SMS 174 tramite contatto telefonico, 39 gli odontoiatri che hanno subito una denuncia, 20 2 o 3 denuncie, 5 più di 3 denuncie.

Solo alcuni degli intervistati, spiegano gli Autori, hanno riconosciuto una propria responsabilità diretta nella determinazione dell’esito negativo dell’intervento; il più delle volte la responsabilità veniva attribuita a una sbagliata condotta post’intervento del paziente, alla difficoltà dell’intervento, a scelte del paziente anche se contrastate dall’odontoiatra, allinervento precedente di colleghi o di abusivi o di agenti esterni, a scelte di natura economico-speculativa tese a ottenere una riduzione del prezzo minacciando la denuncia e infine a un errato convincimento del paziente di aver subito un danno.

Proprio su questo punto gli Autori ricordano come spesso una perizia infondata scientificamente sia la causa che scatena e sostiene le rivendicazioni dei pazienti.

I dentisti denunciati, continuano gli Autori, concordano nell’affermare che una buona comunicazione con il paziente prima durante e dopo l’intervento odontoiatrico possa diminuire il numero di denuncie facendo aumentare al paziente la percezione di essere correttamente seguito e curato. Per sei casi presi in esame l’assicurazione non ha coperto il danno mentre per latri 10 casi ha gestito il sinistro fino alla liquidazione; negli altri casi l’assicurazione non è stata attivata.

“La richiesta di danni –indicano gli Autori- avviene prevalentemente in via stragiudiziale anche in considerazione del fatto che solitamente il giudizio civile è conseguenza di un mancato accordo stragiudiziale. Raramente tuttavia essa sita in un giudizio civile, e in tali casi è frequente che l’odontoiatra risulti soccombente. Nei casi esaminati senza distinguere tra giudiziali e stragiudiziali, vi è un equilibrio pressoché paritario tra procedimenti che hanno dato esito favorevole all’odontoiatra e quelli che si sono conclusi con un risarcimento del danno a favore del paziente.”


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