La riforma dell’Università ma soprattutto i tanti decreti attuativi necessari per renderla operativa e le richieste di modifiche richieste dal Presidente della Repubblica diventano la scusa per chiedere l’abolizione dei test di ammissione all’Università e del numero chiuso. A ritornare sul tema è il Codacons che si fa nuovamente avanti per chiedere al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini di intervenire sul tema.
Per il Codacons, si legge in una nota, con questi metodi si impedisce di fatto il libero accesso al mercato del lavoro, che non può che essere regolato dalla legge della domanda e dell'offerta e non da barriere all'ingresso antistoriche e anacronistiche.
"E' incomprensibile –ha dichiarato il presidente del Codacons Marco Maria Donzelli- come un test di un centinaio di domande da fare in poche ore, in cui agitazione ed emotività possono incidere pesantemente sul risultato finale, possa contare qualche cosa a fronte di un voto finale per l'esame di maturità fatto alla fine di un percorso durato ben 5 anni”. “Limitare l'accesso allo studio- continua Donzelli- senza peraltro criteri di selezioni effettivamente meritocratici, a fronte di Paesi emergenti che contano un numero di laureati assai maggiore rispetto al nostro, significa collocare l'Italia alla deriva del mondo".
Intanto il 4 gennaio il TAR Lazio, chiamato in causa da alcuni studenti, conferma la validità delle graduatorie per ateneo.
Le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi universitari programmati a livello nazionale sono uguali per tutte le Facoltà a numero chiuso, però le graduatorie vengono stilate dai singoli atenei. Per questo un gruppo di studenti di medicina e odontoiatria si era rivolto al Tar del Lazio lamentando disparità di trattamento e sostenendo la maggior correttezza delle graduatorie nazionali.
"La scelta di privilegiare la graduatoria di ciascuna università in esito al relativo procedimento selettivo –si legge nella sentenza- rispetto alla possibilità di una unica graduatoria nazionale dalla quale attingere per consentire l'accesso ad una Facoltà a numero chiuso, ha natura altamente discrezionale e non appare manifestamente illogica posto che con essa si è inteso dare rilievo a profili logistici e pratici meglio gestibili e che comunque tale sistema consente la selezione degli aspiranti più preparati e quindi più meritevoli".