Probabilmente, visto l’attuale momento politico, la proposta di legge presentata dall’On. Erminio Quartiani (Pd), che prevede l’istituzione della figura dell’odontoiatra di famiglia, non andrà oltre l’assegnazione in Commissione Affari Sociali avvenuta ieri ma lancia comunque una ipotesi alternativa agli attuali modelli di assistenza odontoiatrica.
Scopo di questa proposta di legge, spiega nella presentazione l’On Quartiani (primo firmatario anche della proposta di legge sulla figura professionale dell’ASO), è consentire a tutti di poter curare le patologie del cavo orale presso il proprio dentista di fiducia a un prezzo equivalente alle spese che si dovrebbero sostenere se si riuscisse ad accedere al Servizio Sanitario Nazionale”.
“L’istituzione della figura dell’odontoiatra di famiglia –continua la presentazione- così come esiste quella del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta, è la soluzione che consente a tutti di avere uno specialista di riferimento a costo sostenibile sul territorio nazionale senza oneri aggiuntivi per il SSN o per le regioni perché si utilizzerebbero le strutture già esistenti a livello privato”.
L’odontoiatra per essere considerato “di famiglia” dovrebbe aderirebbe a una convenzione con le Regioni, non di tipo prestazionale come già esiste attualmente con gli odontoiatri convenzionati esterni, ma basata sul versamento di una quota capitaria (un fisso annuo per assistito) così come avviene per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, impegnandosi però a percepire dal paziente l’importo della prestazione erogata allo stesso prezzo del ticket che il paziente pagherebbe se si recasse presso la struttura pubblica. Per esempio 60 euro per una ablazione del tartaro se si esercita a Modena, 30 se in Umbria, oppure 42,55 euro per una otturazione sempre per coloro che esercitano in Umbria. Per le tariffe della protesica e gli apparecchi ortodontici dovranno essere oggetto di trattazione con le Regioni e saranno indicate nella convenzione stipulata dall’odontoiatra.
Avranno diritto all’odontoiatra di famiglia, se il progetto di legge completerà l’iter parlamentare, solo i soggetti che dichiarano un reddito superiore a 8.000 euro, secondo le modalità già previste per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta. Gli altri continueranno ad essere seguiti gratuitamente dalle ASL come previsto dai Lea.
Ma da dove arriveranno i fondi per “stipendiare” l’odontoiatra di famiglia?
Da un fondo creato dagli stessi assistiti che dovranno versare ad un apposito fondo regionale il 5 per mille dell’imposta sul reddito più 24 euro annui per ciascun familiare a carico di età superiore a sei anni. All’odontoiatra di famiglia spetterà i sette ottavi della quota capitaria per assistito. La restante parte del fondo andrà a contribuire al finanziamento dell’odontoiatria pubblica.
Queste le prestazioni rese dall’odontoiatra di famiglia: visita, detartrasi, sigillatura, cura della carie dentaria, incappucciamento della polpa dentaria, terapia canalare di denti mono o pluriradicolati, ricostruzione di denti devitalizzati con perni o con viti, estrazione di denti decidui o permanenti, rimozione di protesi fissa, ricopertura protesica con applicazione di corona o di corona con perno su denti non altrimenti recuperabili, protesi mobile parziale o totale, ortodonzia infantile fino al compimento del quattordicesimo anno di età.
Gli ospedali e gli ambulatori delle ASL o convenzionati, spiega l’On Quartiani, restano essenziali e insostituibili in quanto erogano prestazioni di primo livello ai pazienti che non rientrano fra coloro che possono scegliere il proprio odontoiatra (come già succede adesso) e ai pazienti esenti per patologia o che hanno bisogno di interventi in strutture idonee per disabilità fisica o mentale; prestazioni di secondo livello chirurgico, ortodontico e protesico-riabilitativo eseguibili in reparti ospedalieri.