La notizia del furto dei denti ai cadaveri nell’obitorio di Vibo Valentia e sul possibile “riciclo” delle protesi da parte di alcuni dentisti locali era stata ripresa dai media nazionali ed aveva suscitato sconcerto. Meno attenzione, come spasso capita, ha avuto la notizia della chiusura delle indagini nei confronti delle quattro persone denunciate per il presunto furto.
Stando a quanto pubblicato da Il Quotidiano della Calabria la donna a cui avrebbero sottratto le protesi in realtà era edentula e non portava nessun tipo di protesi mobile o fissa.
Le conferme arriverebbero, secondo quanto pubblicato, da una tac della paziente e dalle dichiarazioni del medico legale incaricato dalla procura di esaminare il cadavere che avrebbe rilavato come “dall'esame delle arcate dentarie non si evincevano usure conseguenti alla presenza di una protesi”. “Nella sua relazione di consulenza tecnica medico-legale necroscopica –si legge sul quotidiano- il professore universitario Giulio Di Mizio, dopo aver rilevato che all'interessata mancavano alcuni denti, scrive testualmente, con linguaggio tecnico ma ugualmente comprensibile: per ciò che concerne i molari mancanti, si evidenziano selle edentule completamente ossificate, da cui si presume che l'estrazione di tali denti sia stata effettuata almeno otto mesi prima del decesso”.
Quotidiano che di fronte a queste certezze ipotizza che le telecamere poste nell’obitorio in realtà non hanno ripreso i quattro a “estrarre” i denti dal cadavere ma mentre lo componevano.