Chi Siamo Iscriviti Archivio L'Esperto risponde Archivio SOle 24 Ore Odontoiatria  
Scarica Allegato: Scarica i risultati del sondaggio ANDI

Ordine autonomo degli odontoiatri, l’ANDI si schiera: si all’autonomia ma con i medici
[martedì 15 febbraio 2011]

In realtà del DdL Salute che prevede la creazione dell’Ordine autonomo degli odontoiatri non se ne vede traccia nell’agenda del nostro Parlamento ma nonostante questo il Consiglio nazionale ANDI ha deciso di dare una indicazione precisa sia al Ministero della Salute che alla stessa FNOMCeO ed alla CAO Nazionale: “piena autonomia della professione odontoiatrica ma all’interno della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri”.

La decisione arriva dopo un lavoro analisi svolto anche grazie al contributo di esperti in materia giuridica e gestionale e supportata da un sondaggio realizzato dalla stessa associazione attraverso il quale gli iscritti si sono detti favorevoli ad un ordine autonomo ma non separato da quello dei medici.

“Abbiamo voluto evitare, dando voce alla base –spiega il presidente nazionale ANDI Gianfranco Prada- che le decisioni sul futuro della professione siano prese esclusivamente dai politici e dai vertici degli attuali organismi ordinistici”.

Per conoscere il parere dei dentisti ANDI, l’associazione ha inviato agli 19.221 iscritti di cui ha l’indirizzo di posta elettronica un questionario chiedendo di rispondere a 5 domande. 4.187 sono stati i soci che hanno partecipato, il 49% di loro risiede nel Nord Italia, il 41% al Centro e il 10% al Sud. Dal punto di vista anagrafico il 42% appartiene alla fascia di età tra i 46 ed i 55 anni, il 29% tra i 56 ed 70 anni, il 23% tra i 31 ed i 45 anni, il 5% ha meno di 31 anni mentre l’1% più di 70. Piemonte, Umbria e Friuli Venezia Giulia le regioni che hanno registrato la più alta partecipazione, Valle d’Aosta, Basilicata e Liguria quelle meno interessate.

Ma come si sono espressi i dentisti ANDI?

Il 55% (2.306) di loro ritengono necessario che la professione odontoiatrica debba raggiungere la completa autonomia ordinistica rispetto all’attuale Albo: 37% i contrari (1.563), non hanno una opinione in 318. Più favorevoli all’autonomia sono gli over 70 (il 77% di loro vuole l’ordine autonomo) seguiti da quelli tra i 31 ed i 45 anni (64)%, nella media quelli tra i 46 ed i 55 anni (54%) e i soci tra i 56 ed i 70 anni. I più giovani si dividono: il 48% di loro si schiera per l’autonomia, il 40 per rimanere così come ora. Probabilmente il fatto che siano i dentisti più anziani a volere l’autonomia ordinistica denota una sfiducia verso l’attuale Ordine. Una insoddisfazione verso l’attuale gestione ordinistica confermata dal fatto che il 55% lo giudica uno strumento non più valido e necessario (16% non si esprime).

A differenza di quanto si potesse pensare per i dentisti ANDI l’autonomia non deve portare ad una separazione con i medici: il 78% vuole rimanere con la componente medica. Anche qui il dato interessante arriva analizzando le risposte per fasce di età; se è logico che a non volersi separare dai medici siano i dentisti over 45, prevalentemente i laureati in medicina, spiazza il fatto che anche i giovani odontoiatri ritengano utile rimanere all’interno della Federazione.

Più prevedibile la risposta alla domanda sulla disponibilità a versare una quota di iscrizione all’Ordine più elevata per finanziare l’eventuale Ordine separato dai medici: il 71% non è disposto a spendere di più per avere un ordine separato.

Infine il 74% dei soci ANDI ritengono che in futuro l’associazione debba integrare le funzioni dell’Ordine garantendo la professionalità dei propri iscritti verso i cittadini.

“Sono particolarmente soddisfatto –commenta il presidente Prada- per la posizione presa dal Consiglio nazionale che ribadisce la valenza dell’odontoiatria non separata dal resto della medicina, inserita nel contesto medico anche come immagine per la popolazione ancora impreparata ad una separazione. Separando le due professioni si innescherebbero dubbi sui cittadini, il dentista avrebbe ai loro occhi una valenza diversa da quella del medico facendo il gioco, per esempio, degli abusivi. Fermo restando questo punto oggi la nostra professione necessità una maggiore autonomia all’interno dell’Ordine”.

“L’esperienza di anni di collaborazione proficua –conclude Prada- nella stragrande maggioranza degli Ordini italiani tra i due Albi dovrà ora essere codificata da regole certe e non più lasciata ai soli buoni rapporti interpersonali. Sarebbe stato un peccato disperdere questo patrimonio di collaborazione, oltre che quello materiale ed economico costruito negli Ordini provinciali anche grazie alle quote versate dagli Odontoiatri”.


Riproduzione vietata Ritorna alle notizie
Aiutaci a mantenere viva l'informazione de ildentale: abbonati

 
Questo sito utilizza cookie di profilazione propri e di altri siti per inviare all'utente comunicazioni commerciali in linea con le preferenze manifestate durante la navigazione.
AVVISO: D-Press sas informa che, accedendo al sitowww.ildentale.it l'utente acconsente all'uso dei cookies per le finalità sopra indicate.
Proprietà D-Press sas PI:01362010058 redazione@ildentale.it