Secondo un’inchiesta del quotidiano La Repubblica una proposta di legge di iniziativa parlamentare, come quella sull’abusivismo presentata dall’On Giuseppe Marinello, ha lo 0.5% di probabilità di essere tramutata in legge. Delle oltre 6mila proposte di legge presentate in questa legislatura solo 34 sono diventare legge.
In attesa di un inasprimento delle pene per il reato di esercizio abusivo della professione medica che stando a questa inchiesta difficilmente arriverà a breve, diventa interessante la soluzione attivata dall’assessore regionale alla Sanità del Friuli Venezia Giulia Vladimir Kosic.
Con l’approvazione nell’ottobre scorso della legge regionale 17/2010 la Regione ha inasprito le sanzioni amministrative contro le strutture sanitarie prive di autorizzazione -gli studi abusivi- o che violano -i prestanome- quanto previsto dalle disposizioni in materia di sanità. Secondo le nuove disposizioni chi esercita in una struttura senza l’autorizzazione sanitaria, ed un abusivo non può certo ottenerla, viene sanzionato con una ammenda che varia da 2000 ai 20mila euro. Per coloro invece che violano le disposizioni in materia di autorizzazione sanitaria, come far lavorare al posto suo un non abilitato, sarà sanzionato con una ammenda che varia dai 1000 ai 10 mila euro oltre alla sospensione dell’autorizzazione che in alcuni casi può anche essere revocata.
“Nella nostra Regione –ha detto l’assessore Kosic- ogni anno vengono scoperti circa 40 casi di dentisti abusivi e le pene irrisorie non sono certo un deterrente. Aumentando le sanzioni amministrative abbiamo cercato di risolvere il problema”.
Ad oggi non è possibile sapere a quanti studi abusivi scoperti sono già state applicate le nuove sanzioni elevate dai funzionari delle Asl che non comunicano, ovviamente, in tempo reale, ci spiegano, alla Regione.
La strada intrapresa dall’assessore Kosic è sicuramente interessante e potrebbe dare ottimi risultati se le altre forze che combattono il fenomeno, Nas e Guardia di Finanza su tutte, lavoreranno di concerto con gli ispettori delle Asl segnalando i casi scoperti.