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Il ministero del Lavoro: sì alla mobilità per i dipendenti degli studi professionali. Callioni (Confprofessioni) “un riconoscimento al ruolo delle professioni nel sistema produttivo”
[lunedì 14 marzo 2011]

“Anche i dipendenti degli studi professionali, licenziati per riduzione del personale o per cessazione dell’attività, hanno diritto a essere iscritti nelle liste di mobilità, come previsto dalla legge 233/91 e quindi possono beneficiare di un’assunzione agevolata in caso di nuova occupazione”. Ad indicarlo è il Ministero del Lavoro rispondendo ad un interpello sollevato da Confprofessioni (confederazione delle associazioni dei liberi professionisti tra cui ANDI) e dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro.

Nella risposta il Ministero precisa che i lavoratori degli studi professionali con meno di 15 dipendenti, in presenza di almeno 12 mesi di anzianità lavorativa presso lo stesso studio (di cui almeno sei di lavoro effettivamente prestato) hanno diritto anche all'indennità di mobilità in deroga. Dopo la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in deroga, le precisazioni del Ministero del Lavoro concedono un altro ammortizzatore sociale agli studi professionali equiparandone i dipendenti a quelli delle imprese.

“E' proprio vero –commenta Roberto Callioni membro della Giunta Esecutiva di Confprofessioni- che la mutazione in atto nelle professioni, accentuata come noto dalla crisi economica, sta portando a dei risvolti del tutto inattesi anche solo sino a due anni orsono”.

“Senza nulla togliere ai contenuti intellettuali delle Professioni -continua Callioni- è innegabile che, soprattutto che in  alcuni ambiti e tra questi in primis quello odontoiatrico, gli studi professionali portano con sé una complessità organizzativa, amministrativa e di responsabilità tali da far assimilare la loro gestione a quella di vere e proprie imprese. In tal senso è auspicabile che anche in altri ambiti, a partire da quello fiscale con l'estensione della Tremonti-ter piuttosto di una revisione del trattamento iva che è bene ricordare essere indeducibile per il dentista, vengano riconsiderate.

“Sono aspetti –conclude- che seppur non gradevoli soprattutto per quanto riguarda la vita professionale dei dipendenti, certamente contribuiscono al raggiungimento di quella dignità nel contesto del mondo del lavoro per "quelle Professioni" troppo spesso tacciate di essere un ostacolo per il rilancio del Paese.


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