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Normare le società in ambito sanitario. Una proposta di legge si propone di farlo
[mercoledì 16 marzo 2011]

Da tempo le società in ambito sanitario sono viste con sospetto sia da parte dell’Ordine che dalla Professione. Le varie liberalizzazioni hanno aperto molte possibilità per i “capitali” ma anche per i singoli professionisti che hanno visto nelle società una forma vantaggiosa per l’esercizio della propria attività sanitaria. Ma dietro a queste società si possono nascondere anche “intrecci pericolosi”.

Ora una proposta di legge presentata dall’On Viviana Beccalossi (Pdl) e da altri parlamentari – assegnata ieri alla Commissione Affari sociali della Camera- tenta di dare “Disposizioni in materia di esercizio delle attività sanitarie nella forma di società tra professionisti”.

“L’abolizione del divieto di esercizio di attività professionali in forma societaria –commentano i promotori della proposta di legge- è parso costituire una spinta verso la liberalizzazione del settore e di conseguenza ridurre i costi per il cittadino/paziente. A distanza di anni ci si è resi conto che soggetti terzi si sono incuneati nel delicato rapporto tra gli operatori sanitari e i pazienti, al fine di massimizzare il loro investimento. Con questa proposta di legge si intende proseguire nel cammino di revisione dell’esercizio delle professioni, ponendo regole certe per il settore sanitario alle quali il paziente, spesso indifeso, possa appellarsi, senza sentirsi costretto a intraprendere lunghissimi e incerti contenziosi legali”.

La proposta di legge prevede che le società in ambito sanitario siano sottoposte alla vigilanza disciplinare dell’Ordine professionale a cui fanno riferimento i loro iscritti. Per poter essere autorizzate dovranno richiedere l’iscrizione in un apposito elenco ai fini dell’esercizio delle attività sanitarie, nel rispetto dell’articolo 2229 del codice civile. Le società dovranno nominare un direttore sanitario con specifica formazione nella disciplina sanitaria esercitata ed iscritto all’albo degli odontoiatri. La locale Asl dovrà verificare che le società abbiano i requisiti indicati dalla legge. I singoli professionisti non potranno partecipare a più di due società.

 


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