Una interessante revisione della letteratura pubblicata su Il Dentista Moderno (2011;04:28) cerca di comparare la frequenza delle rotture del rivestimento estetico in ceramica delle strutture realizzate in lega o in zirconia. Sappiamo che le cause delle rotture possono essere molteplici, e non solo legate al materiale utilizzato per la “travata”, ma la ricerca dà comunque interessanti indicazioni sia al clinico che all’odontotecnico.
La revisione della letteratura è stata effettuata inserendo sul database di Scopus e dello IADR queste parole chiave: zirconia, PFM e clinical. I risultati hanno permesso di analizzare i dati degli studi che hanno preso in esame, complessivamente, 595 strutture in zirconia e 197 metallo-ceramiche con un follow-up medio di 3 anni.
“I risultati dell’analisi –si legge nel Lavoro- dimostrano che la frequenza di frattura del core è inferiore all’1% per la zirconia ed è nullo (0%) per le PFM. Se vengono inclusi tutti gli studi, si registrano 142 scheggiature a carico delle strutture con base in zirconia (24%) e 43 a carico delle PFM (34%). Se invece consideriamo solamente gli studi che paragonano contemporaneamente entrambi i materiali di supporto, la percentuale di “chipping” delle protesi con anima in zirconia sale al 54% mentre rimane invariata quella delle PFM (34%)”.
Considerando tutti i vari gradi i scheggiature gli autori indicano che a tre anni dal posizionamento in bocca la sopravvivenza delle metallo ceramiche è del 97% mentre quello della zirconia è del 90%.