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La Corte dei Conti lancia l’allarme sui bilanci ENPAM. Per l’ente pensionistico di medici e dentisti nessun allarmismo. Le preoccupazioni di ANDI
[mercoledì 27 aprile 2011]

La Corte dei Conti lancia l’allarme sull’Enpam indicando che l’equilibrio finanziario dell’Ente pensionistico di medici e dentisti non rispetta quanto indicato nella finanziaria 2007 ovvero una sostenibilità a 30 anni

Nella relazione dei giudici contabili resa nota la scorsa settimana emergerebbe una situazione economico-finanziaria che diviene instabile entro un lasso di tempo piuttosto breve, già nel 2022 il patrimonio dell’Ente scenderà sotto il valore limite rappresentato dalle uscite correnti per pensioni moltiplicato per cinque, e addirittura farà registrare il segno meno dal 2032.

A preoccupare, secondo le stime della Corte dei Conti, sono quelle relative alla sostenibilità dei fondi, in particolare il saldo previdenziale (ossia il rapporto tra contributi versati e pensioni erogate) quello del fondo generale quota B (il fondo dei liberi professionisti) che andrà in crisi dal 2024, ma in generale per tutti i fondi sono stati rilevati problemi.

Nulla di cui preoccuparsi rassicura l’Enpam che indica nella riforma delle pensioni che si dovrebbe attuare dal 2012 la soluzione ai problemi.

“Nella sua ultima relazione di controllo –si legge in un comunicato stampa inviato dall’Ente- la Corte dei Conti ha suonato un campanello d’allarme sulla stabilità economico-finanziaria della cassa. Tuttavia lo studio dei magistrati contabili si riferisce ai bilanci 2008 e 2009, successivamente ai quali è stato impostato un lavoro per riportare in equilibrio i fondi pensionistici dell’Enpam”.

“In particolare –continua il comunicato- come la Corte dei Conti ha riconosciuto, la Fondazione Enpam ha presentato i bilanci tecnico-attuariali nei tempi previsti dalla legge. Sulla base di questi dati, giunti a fine 2010, il Consiglio di amministrazione e gli organi consultivi dell’Enpam hanno subito avviato il lavoro di riforma che interverrà sulle aliquote contributive e sui rendimenti ma che lascerà comunque invariata la scelta sul momento del pensionamento, a fronte di eventuali penalizzazioni commisurate all’aspettativa di vita post-lavorativa. In ogni caso non verranno toccate le pensioni in essere e verranno fatti salvi i diritti acquisiti prima della riforma (nel rispetto del cosiddetto principio del pro rata)”.

I cambiamenti, spiegano dall’Ente previdenziale, si sono resi necessari non per via dei risultati economici ma a causa di una novità introdotta dalla legge Finanziaria 2007.  Tutte le casse previdenziali, comprese Enpam si sono quindi dovute adeguare, “nello spazio di una notte” alla norma e garantire un equilibrio non più a 15 anni ma a 30 anni. “L’asticella è stata alzata troppo rapidamente – commenta Alberto Oliveti, vicepresidente vicario della cassa dei medici e dei dentisti - e ora ci si prospetta un periodo di sacrifici. Non taglieremo però le pensioni attuali e faremo interventi che salvaguardino le giovani generazioni”.

Preoccupato il presidente ANDI Gianfranco Prada anche se, dice, “da tempo è a conoscenza della necessità di riformare i meccanismi che regolano gli aspetti previdenziali dei fondi Enpam ed in particolare del fondo relativo alla libera professione (Quota B)”.

“Consapevole che la discrepanza tra l'attuale tenore di vita e le prospettive garantite dalle future pensioni sarà sempre più negativa –dice Prada- da anni invitiamo gli odontoiatri italiani a valutare tutte le forme di investimento, come i riscatti Enpam e i versamenti a Fondo Sanità, che tutelino il futuro post-lavorativo”.

Ricordando come un gruppo di lavoro ANDI stia lavorando per elaborare delle proposte che consentano ai dentisti italiani la sicurezza di un equilibrio futuro del proprio fondo pensionistico, chiede all’Enpam che “nulla venga toccato rispetto a quanto fino ad oggi maturato dai singoli professionisti, consapevoli però che fenomeni quali l'allungamento della vita media, la diminuzione dei versamenti dei liberi professionisti legati anche alla crisi economica, il ribaltamento del rapporto numerico tra lavoratori e pensionati, debba necessariamente portare ad un nuovo sistema di calcolo dei rendimenti ed all'introduzione di correttivi nei versamenti che la nostra Associazione indicherà, con l'obbiettivo della tutela totale degli odontoiatri italiani”.

“E' necessario –conclude Prada- di procedere, nell'ambito della revisione dello statuto dell'Ente,  ad una maggior rappresentatività decisionale da parte delle componenti che versano i propri denari nelle scelte di investimento, unita ad una più trasparente comunicazione e alla riduzione dei costi di gestione degli organismi che gestiscono l’Enpam.

 


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