In alcune regioni italiane le ASL danno in gestione il servizio pubblico di odontoiatria o di ortodonzia ai privati anche all’interno dei propri ambulatori pubblici.

Ma può una Azienda Sanitaria "esternalizzare" alcune prestazioni sanitarie affidandole ai privati, come ad esempio, l'assistenza ortodontica?

Il caso è stato portato all'attenzione del Consiglio di Stato, dopo che la ASL di Forlì, nel 2004, aveva bandito una gara pubblica per affidare a studi e strutture odontoiatriche private tutto il complesso della propria attività ortodontica.  Fra chi sosteneva la piena legittimità dell'outsourcing totale e chi ne negava in radice ogni possibilità, il Consiglio di Stato ha risolto la questione riportandola nei giusti binari della legalità, ricordando che nell'ambito del SSN i livelli essenziali ed uniformi di assistenza sono assicurati dai presidi direttamente gestiti dalle ASL, dalle Aziende ospedaliere, dalle Aziende universitarie, dagli IRCCS, nonché dai soggetti privati accreditati ai sensi dell'art. 8 quater del DLgs 502/1992.

“Questo secondo i giudici amministrativi significa –ci spiega l’avv. Silvia Stefanelli esperto di diritto sanitario- che l'esternalizzazione dei servizi sanitari a soggetti privati è senz'altro possibile ma solo se segue le regole, i criteri e i requisiti previsti per l'accreditamento istituzionale, nell'ambito della programmazione sanitaria regionale. A queste regole bisogna rifarsi se si vuole effettivamente realizzare l'erogabilità da parte dei privati di prestazioni sanitarie per conto del servizio pubblico”.