Un dentista libero professionista con un reddito lordo annuo di 50 mila euro che ha versato i contributi per almeno 35 anni andrà in pensione con circa 2.500 euro al mese, ed un giovane dentista?
Stando al reddito medio dei giovani dentisti resi noti dall’ENPAM, le loro prospettive pensionistiche non sono certo rosee. Tra i 20 ed i 24 mila euro è infatti la media del reddito di un medico o dentista libero professionista di 35 anni secondo l’Ente previdenziale. Come un operaio di quarto livello.
“La conseguenza –commenta l’ENPAM- è che oggi i libero professionisti appena entrati nel mercato del lavoro stanno mettendo da parte per la loro pensione molto meno di quanto facciano i loro coetanei che lavorano nell’industria”. “Per assicurarsi una vita post-lavorativa dignitosa –consiglia l’Ente previdenziale di medici e dentisti- è necessario che i giovani si organizzino fin da subito per costruirsi una pensione adeguata”.
Le soluzioni possibili sono riscattare gli anni di laurea, pagare contributi più elevati, oppure aderire ai fondi di previdenza complementare.
“Sono proprio i colleghi più giovani che possono avere i maggiori vantaggi dalla previdenza integrativa”, dicono da Fondo Sanità il fondo pensione di medici e dentisti.
Il tempo a disposizione per fare maturare l’investimento è certamente uno dei motivi che rende particolarmente vantaggioso per i giovani professionisti pensare di investire nella previdenza complementare già dai primi anni di professione. “E’ dimostrato storicamente e concretamente –spiegano da Fondo Sanità- che investendo in obbligazioni ed azioni ci saranno in un arco di tempo medio-lungo risultati positivi e che sono stati gli investimenti azionari a rendere maggiormente. La capitalizzazione è quella enorme leva che moltiplica i nostri denari tanto più quanto più a lungo possono maturare i guadagni”.