Basta con la rottamazione della dentiera, le prestazioni offerte gratuitamente per attrarre pazienti, gli sconti improponibili. A dirlo è il presidente nazionale ANDI Gianfranco Prada che dichiara guerra alla pubblicità scorretta in particolare alle offerte che i dentisti propongono attraverso il sito Groupon.it.
“E' ora di finirla - dichiara dal sito ANDI il Presidente Nazionale Gianfranco Prada - anche se la legge permette ai dentisti italiani di pubblicizzare le proprie prestazioni come vendessero qualsiasi prodotto commerciale la nostra etica e deontologia medica non lo ammette. Le nostre cure non possono essere pubblicizzate con strumenti e messaggi che vanno bene per vendere uno yogurt, un televisore, un volo low-cost. Messaggi che ridicolizzano la nostra professione oltre a dare spesso informazioni inesatte ai cittadini”. “In attesa che le istituzioni (Parlamento ed Ordine) intervengano regolando la pubblicità in campo sanitario e facendo rispettare il Codice Deontologico -dice il Presidente ANDI - abbiamo deciso di richiedere al nostro ufficio legale di studiare la possibilità di denunciare per concorrenza sleale i colleghi che utilizzano messaggi pubblicitari irreali, degradanti per un professionista e che vanno contro quanto previsto dal nostro codice deontologico. Una scelta che percorreremo perché come associazione dobbiamo tutelare la nostra professione ed il suo decoro oltre i tanti dentisti nostri soci che si comportano correttamente”.
Sempre sul tema di messaggi pubblicitari poco consoni alla professione interviene anche il presidente AIO di Ferrara Cesare Bugiapaglia che attraverso una lettera inviata ai colleghi -in riferimento ad una iniziativa promossa da Dentistamail- ricorda come la Legge Bersani liberalizza solo in parte la pubblicità sanitaria. “Non è possibile fare quel che si vuole”, scrive Bugiapaglia. “Le regole del codice deontologico rimangono come pure il controllo del decoro e della veridicità del messaggio da parte dell'Ordine professionale”. “.Quindi -continua- non credete facilmente alle proposte di soggetti commerciali, anche perché, nonostante le rassicurazioni da loro scritte o pubblicate sul loro sito, eventuali sanzioni pubblicitarie sono a carico del professionista”.