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La manovra non tocca l’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri: le liberalizzazioni interesseranno altre professioni. Soddisfazione della FNOMCeO e di Confprofessioni
[venerdì 15 luglio 2011]

Come già più volte è capitato in questi 18 anni dei governi Berlusconi, ma anche nei 2 dei quello Prodi, il tentativo di ridurre il “potere” degli ordini o addirittura di eliminarli non è andato neppure questa volta a buon fine. Nonostante fosse sceso in campo persino il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che aveva presentato un apposito emendamento, simile a quello circolato qualche settimana fa, che avrebbe di fatto reso inutile l’istituto dell’ordine professionale.

Dopo le proteste avanzate dalle professioni rappresentate in parlamento, nel maxiemendamento approvato ieri dal Sentato e che riceverà oggi il voto di fiducia della Camera, entra un comma (1-bis) all’articolo 29 che impegna il Governo a formulare alle categorie interessate proposte di riforma in tema di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche. Entro 8 mesi dalla data di conversione in legge della manovra finanziaria tutto quanto non espressamente  regolamentato sarà libero. Escluse le professioni per il cui esercizio è obbligatorio un esame di stato: quini anche gli odontoiatri.

“Ritengo – ha detto il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ieri- che si debba riprendere il tavolo sugli ordini professionali per arrivare rapidamente a soluzioni condivise''.

Il Comitato unitario delle professioni, tra le quali Confprofessioni (dove i dentisti sono rappresentati da ANDI) esprime “la volontà unanime di tutto il mondo professionale italiano di pervenire nel più breve tempo possibile ad un razionale ammodernamento degli ordinamenti di tutte le professioni, adeguandoli a principi generali validi per tutti e rispondenti alle riconosciute mutate esigenze della società”.

Ma le sigle sindacali dei professionisti così commentano il dibattito che ha preceduto l’approvazione della manovra.

“Quello cui si è ancora una volta assistito –si legge in un comunicato- non risponde a requisiti di liberalizzazione e concorrenza del mercato, bensì a tentativi non celati di “industrializzazione” dei servizi delle Professioni intellettuali, che affrontano quotidianamente la concorrenza previa verifica, richiesta nel pubblico interesse, delle proprie competenze ed accettando la vigilanza sul corretto svolgimento della propria attività”.

Soddisfatti, ovviamene, per lo “scongiurato pericolo” i presidente FNOMCeO Amedeo Bianco, quello FOFI Andrea Mandelli e quello FNOVIO  Gaetano Penocchio che hanno scritto al presidente del Consiglio per ringraziarlo.

“La ringraziamo –scrivono i tre presidenti- per la decisione, assunta ieri dall’Esecutivo, di evitare l’inserimento, nel disegno di legge di conversione del decreto di stabilizzazione finanziaria, dell’articolo aggiuntivo in materia di liberalizzazione delle professioni intellettuali. La deriva liberalizzatrice derivante dall’approvazione di una simile disposizione avrebbe certamente danneggiato non solo le migliaia di professionisti che operano nel settore sanitario, ma anche tutti i cittadini che avrebbero visto minati principi fondamentali su cui si basa il nostro sistema di assistenza.  Come abbiamo più volte ribadito in diverse sedi, riteniamo che le professioni, motore vitale di sviluppo del nostro Stato, debbano essere coinvolte in un organico processo di ammodernamento, che tuttavia non snaturi il sistema, destrutturandolo”.

 


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