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Test di ammissione: più probabilità di entrare a Trieste molte meno a L’Aquila. Boom di iscritti alle Università private
[lunedì 5 settembre 2011]

Essere preparati ed un pizzico di fortuna sono i requisiti indispensabili per tentare di superare i test che si sono svolti questa mattina per iscriversi ai corsi di laurea in medicina o odontoiatria visto che la concorrenza è decisamente alta. Dei 98.403 candidati che si sono iscritti ai test potranno iscriversi solo 9.501 futuri medici e 860 futuri dentisti per un rapporto nazionale domande/posto di 9.5. Ma il rapporto cambia di molto a seconda dell’ateneo a cui il candidato ha deciso di iscriversi.

Trieste e Verona, secondo i dati elaborati dal prof. Angelo Mastrillo membro dell’Osservatorio MIUR per le professioni sanitarie, sono gli atenei con il migliore rapporto domande/posto (6.2) seguite dal Napoli Seconda Università (6.5), Varese e Torino (6.6). Sarà ancora più difficile invece per coloro che hanno tentato i test a L’Aquila (14,2), Sassari (12,4) e Catanzaro (11,9).

Interessante notare come per le Università private siano quelle con il rapporto posti domande più alti: 603 le domande per i 35 posti al nuovo corso in odontoiatria del San Raffaele di Milano (un posto ogni 17,23 domande) mentre 7.892 le domande per i 282 posti per medicina alla Cattolica di Roma.

“La selezione di oggi, che si conferma quindi parecchio alta –ci dice il prof. Angelo Mastrillo intervenendo nel dibattito sull’efficacia dei test di ammissione- è oggetto di frequenti critiche sia per la procedura di esame, perché solo a quiz, che per l’insufficiente numero di posti messi a bando. Nel primo caso si propone di associare alla valutazione sui quiz anche il voto della maturità ed un eventuale colloquio attitudinale. Contro questa tesi ci sono divergenze perché si ritiene che il voto di maturità non sia equo e coerente, nè per tipologia di scuola, né per area geografica. Ancora più esplicita è la critica sul colloquio che verrebbe visto come fonte di eventuali raccomandazioni”.

D’altra parte, continua Mastrillo va evidenziato che la valutazione attitudinale viene comunque fatta durante il percorso dei 6 anni di studio. Infatti solo un 15% degli immatricolati non si laurea in Medicina: sulla media annuale di 7.500 immatricolati, calcolati sugli ultimi 10 anni, quelli che si laureano sarebbero circa 6.500 all’anno.


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