Ennesima fumata grigia per l’approvazione dei DDL Boldi e Caforio che prevedono l’istituzione degli ordini e albi delle professioni sanitarie; igienisti dentali compresi che ieri ha cominciato l’iter parlamentare nell’aula del Senato.
Dopo una “tranquilla” discussione bipartisan avvenuta ieri martedì 13 settembre nell’aula del Senato, la ripresa dei lavori di questa mattina, che avrebbe dovuto portare al voto, ha visto un cambiamento di atteggiamento da parte dei senatori dell’opposizione che hanno esposto i loro dubbi sulla necessità di licenziare il provvedimento ma anche della maggioranza che è sembrata più “fredda” sulla necessità di approvarlo in questa seduta.
Presente in aula per il Governo il Ministro della Salute Ferruccio Fazio.
Seguendo la discussione in Aula dalla webtv del Senato, ci è sembrato che il DDL sia stato preso a pretesto dai senatori per dibattere sulla liberalizzazione delle professioni e sulla necessità di rivedere la normativa sugli Ordini professionali. Una liberalizzazione che molti senatori hanno detto necessaria ma che per la senatrice Laura Bianconi -relatrice del DDL- non può accomunare avvocati e notai con medici ed infermieri. “Neppure l’Europa pensa di liberalizzare le professioni che si interessano di salute”, ha detto.
Atteggiamento che stupisce visto che appena una settimana fa gli stessi senatori avevano approvato alcuni emendamenti alla finanziaria che esentano l’Ordine dei medici ed odontoiatri ad applicare le norme sulle liberalizzazioni professionali imposte invece a tutti gli altri ordini. Alcune delle norme approvate sono peraltro contenute nel testo del DDL Boldi licenziato dalla Commissione Igiene e Sanità.
Su proposta della relatrice, Sen. Bianconi, è stata cheista la sospensione della discussione del provvedimento. La motivazione è per poter presentare un emendamento che raccolga alcune proposte in merito all’articolo sulle disposizione in merito di sanzione degli iscritti ma l’impressione è che si sia voluto prendere tempo per evitare un voto che se ieri sembra scontato oggi avrebbe probabilmente compromesso l’iter del DDL.
Il provvedimento dovrebbe essere riproposto in discussione già nelle prossime settimane.
Comprensibilmente delusa ed amareggiata la presidente dell’AIDI Marialice Boldi che non vuole commentare a caldo. “Le direi troppe parolacce”, ci dice. L’amarezza viene dal constatare che dopo venti anni di promesse, il Parlamento non abbia voluto, ancora una volta, approvare una norma nata su iniziativa parlamentare bipartisan che darebbe dignità professionale ad oltre 500 mila operatori oltre a tutelare i cittadini da ciarlatani ed abusivi.