Nonostantela crisi economica e l’assenza di una efficace politica sanitaria verso l’assistenzaodontoiatrica stiano limitando ai cittadini l’accesso agli studi dentisticiitaliani, il mercato di prodotti odontoiatrici (attrezzature, materiale diconsumo e servizi) è il terzo al mondo dopo Stati Uniti e Germania con il suoi1.200 milioni di euro l’anno di valore.
Ilcomparto della produzione e distribuzione di prodotti ed attrezzature per ilsettore dentale occupa oltre 6.300 addetti di cui 3.300 solo nell’industria cheal contrario di altre non ha delocalizzato la sua produzione all’estero.
Unsettore che, in controtendenza con altri settori produttivi del nostro Paese, hacontinuato a crescere (+6%) nel 2010 in particolare grazie alle esportazioni.
“Leindustrie italiane – dice il Presidente UNIDI Mauro Matteuzzi- riescono amantenersi attive grazie all’export. Oggi il mercato è globalizzato, le nostreaziende esportano in ogni parte del mondo e tra quelle europee l’industriaitaliana del dentale è la seconda per valore di merci esportate. Il 60% dellanostra produzione finisce nei mercati esteri, anche in quelli meno ricchi dovedovrebbe essere il prezzo contenuto a dettare le scelte. I nostri prodotti sonomolto ricercati, in questi anni le nostre aziende si sono guadagnate la fama direalizzare prodotti innovativi, di qualità ed affidabili”.
Glistrumenti radiografici, quelli per igiene e sterilizzazione, riuniti edapparecchiature per studio odontoiatrico in genere, attrezzature per illaboratorio odontotecnico, materiale di consumo per studio e laboratorio sono iprodotti più esportati.
Industriaitaliana si promuove e si fa conoscere grazie all’autofinanziamento,all’impegno di UNDI, visto che il settore non riceve nessun sostegno e supportoda parte delle istituzioni italiane.
“Ilnostro lavoro di promozione del Made in Italy in tutto il mondo –continua ilPresidente Matteuzzi- e interamente finanziato dalle aziende associate. Cispiace notare come in tutte le manifestazioni a livello mondiale dovepartecipiamo, gli stand istituzionali dei nostri competitor hanno al lorointerno spazi che promuovono il loro Paese finanziati dai loro Governi. Piùvolte abbiamo richiesto un sostengo al nostro Governo ma senza ottenererisposte. So bene le difficoltà economiche dei nostri bilanci ma noi nonchiediamo nuovi fondi, chiediamo solo che quelli che vengono già stanziatitengano conto anche dell’industria dentale italiana”.