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L’AIO plaude alla legge sulle autorizzazioni degli studi Odontoiatrici della Basilicata ma ribadisce la necessità di armonizzare queste norme su tutto il territorio nazionale
[martedì 25 ottobre 2011]

“I rappresentanti  Odontoiatrici dell’istituzione ordinistica e delle associazioni di categoria hanno tradotto in pratica una legge di regolamentazione con lungimiranza e perseveranza nel perseguire degli obiettivi di interesse comune, ma soprattutto incisività nel sensibilizzare la componente politica su un tema delicato che attraverso il disposto legislativo consenta di avere le giuste risposte nei confronti di deviazioni non lecite, gestite in modo abusivo da persone non in possesso dei titoli per trattare la salute orale dei cittadini”.

Comincia così la nota di soddisfazione inviata dal presidente AIO Pierluigi Delogu in merito alla legge approvata dalla Regione Basilicata sui requisiti minimi necessari per l’apertura di uno studio odontoiatrico.

Per il presidente AIO sono state  recepite totalmente le richieste  delle rappresentanze odontoiatriche (CAO, AIO, ANDI) “poiché esse sono state in grado di dimostrare una maturità tale da porre al primo posto gli interessi dei cittadini e la garanzia della loro salute orale”.

“Come AIO vogliamo mettere in risalto gli aspetti più  significativi di tale normativa e cioè la trasparenza richiesta agli esercenti la professione. Si esprime in modo chiaro che solo gli iscritti all’Albo degli odontoiatri sono in possesso del requisito fondamentale per avviare uno studio odontoiatrico e che solo l’odontoiatra può essere responsabile e attuatore di terapie che riguardano l’ambito dell’odontoiatria. In questo modo anche i controllori della legalità avranno in mano una normativa chiara che li aiuti nel combattere tutte le forme di attività odontoiatriche al di fuori dalla legalità. In questo  contesto vogliamo ricordare che l’AIO ritiene primaria la necessità di ottenere una armonizzazione della normativa, sul campo  dei requisiti per gli studi odontoiatrici, nel territorio nazionale e che per questo nello scorso aprile abbiamo richiesto in modo formale al Ministero della Salute l’istituzione di un tavolo tecnico di studio e valutazione dell’importante problematica vista la  notevole difformità  di  regolamenti sul territorio nazionale”.


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