E’ stato presentato ieri 25 ottobre all’Agenzia delle Entrate il nuovo redditometro strumento che punta a verificare la “coerenza” del reddito dichiarato rispetto alla capacità di spesa. Solo un elevato scostamento tra i due fattori, stando a quanto dichiarato durante la presentazione da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate e da quello Accertamento delle Entrate, farebbe scattare il controllo. Uno strumento che dovrà supportare il lavoro di accertamento e non sarà invece uno strumento di accertamento di massa.
Per la stima del reddito, vengono prese in considerazione più di cento voci indicative di capacità di spesa, divise in sette categorie: abitazione (abitazione principale, altre abitazioni, mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, arredi, utenze, ecc.); mezzi di trasporto (auto, minicar, caravan, moto, barche, ecc.); contributi e assicurazioni (contributi previdenziali, responsabilità civile, incendio e furto, vita, ecc.); istruzione (asili nido, scuola per l’infanzia, primaria e secondaria, corsi di lingue straniere, master, ecc.); attività sportive e ricreative e cura della persona (sport, iscrizioni a circoli, cavalli, abbonamenti pay-tv, alberghi, centri benessere, ecc.); altre spese significative (oggetti d’arte e antiquariato, gioielli, donazioni, ecc.); investimenti immobiliari e mobiliari netti (valutazione separata fra biennio precedente e anno di stima).
Il rapporto fra queste voci di spesa e il reddito dichiarato rileverà il “grado di coerenza” dei contribuenti.
La metodologia di stima si riferisce a 11 gruppi omogenei di famiglie, (coppie o single differenziati in base all’età, alla presenza o meno di figli, al numero di figli, ecc.), ai quali vengono applicati criteri di appartenenza geografica. Per ciascun gruppo viene selezionato un campione rappresentativo di famiglie che deve esprimere “realtà normali”: la capacità di spesa rilevata deve essere in linea con le entrate dichiarate. Se le spese effettive sono superiori al reddito, emerge una situazione di “non coerenza” che, a seconda dello scostamento (basso, medio, alto), può generare l’accertamento sintetico. Se il rischio viene considerato basso non ci sarà nessuna conseguenza, nel secondo caso il contribuente dovrà fornire adeguati chiarimenti in assenza dei quali si procede all’accertamento sintetico basato sulle spese sostenute o su un diverso strumento presuntivo al momento in fase di studio.
Prima di entrare completamente a regime da novembre l’Agenzia, in collaborazione con le associazioni di categoria e gli ordini professionali, effettuerà una fase di sperimentazione.
Attraverso un software reso disponibile dall’Agenzia delle Entrate, si legge sul sito, “saranno acquisiti alcuni casi per testare il nuovo strumento. I dati saranno inviati, tramite il portale del So.Se, che provvederà alla valutazione e alla successiva restituzione dei file. Se necessario, il soggetto che ha inoltrato i dati potrà essere contattato per eventuali approfondimenti. Le elaborazioni potranno essere oggetto di osservazioni attraverso un canale appositamente attivato. Ai contribuenti che faranno parte della sperimentazione è garantito l’anonimato. La fase di test e valutazione del nuovo redditometro terminerà a fine febbraio 2012”.