Qualche giorno or sono tutti i mass media hanno ampiamente ripreso la notizia dell'ingorgo formatosi a Roma in occasione dell'inaugurazione di un centro di una nota rete commerciale di strumenti elettronici. Si trattava di una vendita promozionale proprio in occasione dell'inaugurazione. Traffico paralizzato, contusi, vetrine infrante. Al tempo stesso lunghe file di ore ed ore fuori dagli Store Apple per riuscire ad accaparrarsi il nuovo e costosissimo i-Phone 4S.
I quotidiani giornalmente riprendono gli effetti devastanti della crisi economica, con la disoccupazione in aumento, soprattutto quella giovanile, il PIL bloccato, le problematiche previdenziali, la riduzione del potere di acquisto delle famiglie.. insomma raccontano della crisi.
Proprio in queste ore la stessa si sta acuendo drammaticamente senza tuttavia che nessuno rifletta su chi veramente sta dietro a questa devastante spinta speculativa. In realtà i responsabili sono i Paesi dall'economia emergente, con l'obbiettivo di controllare il debito pubblico dei paesi dell'UE e di conseguenza condizionarli.
In molte circostanze si è sottolineato come la crisi della professione odontoiatrica, come quella delle altre professioni, va ricercata soprattutto nella profonda metamorfosi economica e sociale in atto nel nostro Paese e non solo, e che va ad assommarsi alle criticità strutturali della stessa.
Anzitutto il ridotto potere di acquisto dei pazienti porta gli stessi a dover fare delle scelte in termini di capacità di spesa. Ed è qui che si interseca l'altra grande crisi, quella dei valori con cui fare queste scelte. Ecco quindi che si privilegia il fiammante smartphone al trattamento ortodontico del figlio piuttosto che ad un intervento di implantologia.
Qui non c'entra, per una volta, il low cost anche se un certo grado di "parentela" col fenomeno descritto c'è tutto. Così come grado di parentela v'è con la svendita al ribasso di cure odontoiatriche (Groupon e via dicendo). Quest'ultimo aspetto sta a dimostrare che "la grande crisi di valori" ha oramai contagiato entrambi gli attori di questa mutazione. Il cittadino paziente per un verso ma anche molti odontoiatri per l'altro. Gli uni per permettersi anche generi di consumo un tempo voluttuari ed invece ora considerati primari (cercano di acquistare salute a basso costo), gli altri la propongono in saldo.
Torniamo all'atavica mancanza del "ricordo" tipico del nostro Paese e cioè la comoda tendenza a rimuovere le malefatte, gli atteggiamenti sbagliati. Il riferimento è a coloro che sino a poco tempo fa’ negavano l'esistenza di qualsiasi forma di crisi professionale e che anche ora sventolano i vessilli della qualità, dei principi e dell'inquisizione per cercare di reprimere, di ostacolare quanto sta avvenendo, perpetuando l'atteggiamento sbagliato di cercare di capire anzitutto quanto sta accadendo e cercando di prevedere il futuro.
Come andrà a finire? Difficile prevederlo nella quotidiana concretezza. Non è tuttavia errato pensare tuttavia che la disponibilità ad un ridimensionamento delle aspettative remunerative professionali e una grande disponibilità ad una flessibilità per mantenere aperto il dialogo con il "neo cittadino paziente consumista" possano costituire una sponda per confermare dignità ad una professione già ora profondamente mutata ed al tempo stesso, quindi, a noi stessi.
Dott. Roberto Callioni
Past President ANDI – esperto Consiglio Superiore Sanità – Membro Giunta Confprofessioni – Coordinatore Servizio Studi ANDI