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Odontotecnici del CIO: non realizzeremo le protesi sociali. Un milione ed ottocentomila i potenziali ultrasessantacinquenni interessati dall’accordo secondo il Sole 24 Ore
[martedì 27 gennaio 2009]

Attraverso un comunicato stampa gli odontotecnici del CIO decidono di non aderire all’accordo sull’odontoiatria sociale stipulato dal Ministero del Welfare con Andi ed Odi.

Le ragioni principali, si legge nel comunicato, sono:

1. Non possiamo collaborare con un’ accoppiata Andi-Ministero, che sta cercando di affossare in modo definitivo la professione di odontotecnico. Non possiamo collaborare con un Sottosegretario alla Salute che non ci riceve e che manda addirittura dei dentisti a rappresentarlo nelle riunioni ufficiali. Si sta ripetendo la stessa storia degli ECM, dove una parte della rappresentanza di categoria (Sno), ha accettato i soliti balzelli prima ancora di aver ottenuto giusta attenzione e giusto riconoscimento.

2. Non partecipiamo perché consideriamo questa operazione della protesi sociale solo una campagna mediatica, priva di contenuti seri per l’aiuto alla popolazione più debole. Le Social Card vuote e l’inserimento degli Indicatori di Situazione Economica sul sito internet del Ministero dimostrano le difficoltà insuperabili a cui vanno incontro coloro che dovrebbero usufruire di questo servizio.

Oltre agli aspetti politici il CIO contesta anche il compenso concordato per la realizzazione dei dispositivi che ritiene insufficiente per poter fornire una protesi di qualità.

Indiscrezioni indicano in poco meno di 300 euro per arcata la tariffa concordata per la realizzazione di una protesi totale.

Ma per sottolineare che il problema non è quello economico ma puramente politico, il CIO annuncia l’intenzione di “fondare una ONLUS (anche in collaborazione con le altre associazioni) in grado di fornire un servizio di protesi sociale con un atteggiamento di volontariato e con cifre solo simboliche completamente slegate dal valore reale della protesi”.

Il tavolo tecnico attivato dal ministero per definire gli aspetti organizzativi aveva nei mesi scorsi coinvolto anche le principali associazioni odontotecniche, Antlo, Fe.Na.Od.I, Cna-Sno, chiedendo di collaborare alla definizione delle tariffe e delle regole per  la realizzazione da parte dei laboratori odontotecnici delle protesi previste dall’accordo.

“Ci sembrava corretto –spiega il presidente Andi Roberto Callioni- coinvolgere per quanto di competenza anche le associazioni odontotecniche per stabilire non solo il compenso per i laboratori per la realizzazione dei dispositivi protesici ma anche gli standard minimi di qualità. Pensiamo di aver trovato un giusto compromesso che permetterà ai laboratori di partecipare ad un progetto sociale importante”.

Impossibile ad oggi ipotizzare quante protesi verranno realizzate grazie all’accordo. Secondo le stime Svimez-Irpet pubblicate dal Sole 24 Ore sono oltre 6 milioni i cittadini che hanno un reddito compatibile con quello necessario per richiedere la Social Card di cui un milione ed ottocentomila gli ultra sessantacinquenni.

 

 


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