Il “grande fratello fiscale”, con il decreto salva Italia pubblicato nei gironi scorsi in Gazzetta Ufficiale, entra definitivamente nei conti correnti dei singoli contribuenti.
Stando a quanto stabilito dall’art. 11, le banche e gli operatori finanziari dovranno mettere a disposizione del database dell’Agenzia delle Entrate tutti i movimenti di contro corrente, del conto deposito titoli, il dettaglio delle carte di credito e debito e tutte le operazioni fuori conto come ad esempio il cambio assegni di terzi o l’erogazione di prestiti personali; insomma la tracciabilità completa dei nostri movimenti finanziari.
Con la manovra di ferragosto già l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva consentito all’Agenzia delle Entrate di richiedere alle banche i movimenti bancari del singolo contribuente, ma la richiesta doveva essere motivata da indagini in corso ed autorizzata dalla Guardia id Finanza.
Con la nuova norma le banche avranno l’obbligo di comunicare, la periodicità sarà stabilita con un successivo provvedimento del direttore delle Entrate, tutti i dati delle movimentazioni bancarie dei singoli cittadini. Dati che finiranno nel database dell’Agenzia delle Entrate dove già sono presenti altri dati come quelli inerenti le dichiarazioni dei redditi e tra poco anche quelli relativi al redditometro/spesometro.