Una odontoiatria unita, coesa e determinata a fare valere i propri principi, disponibile al dialogo ed al confronto con le istituzioni ma non a trattare su valori imprescindibili che sono la libertà di cura, la tutela della salute dei cittadini e la mercificazione della salute.
Sono questi i principi emersi durante gli Stati generali dell’Odontoiatria organizzati lo scorso fine settimana dalla CAO Nazionale a Roma che hanno permesso al settore odontoiatrico, rappresentato da tutte le sue principali espressioni (Aio, Andi, Università, Enpam, Onaosi, Cic),di confrontarsi con le istituzioni italiane ed europee -tra cui On Gianna Pitella (Vice presidente Parlamento europeo), On. Antonio Leone (vice presidente Camera deputati), il Generale dei Nas Cosimo Piccinno e Maria Teresa Camera,Teresa Cuomo e Maria Linetti per il Ministero della Salute- su riforma degli ordinamenti professionale e liberalizzazioni.
“Dobbiamo affermare con forza che le professioni sanitarie e in particolare quella odontoiatrica non temono questa riforma e siamo pronti a dimostrare che nella nostra attività non esistono vincoli contestati”, ha detto il presidente CAO Giuseppe Renzo rivolgendosi ai politici ed ai giornalisti presenti. Una professione, ha chiarito, che già oggi non ha più nessun vincolo di accesso, tutti quanti sostengono l’esame di abilitazione lo superano, e di tariffe.
“Ma se siamo disponibili a riformare il nostro Ordine –ha detto il presidente Renzo- non siamo disposti a cedere sui diritti fondamentali della nostra professione: libertà di cura e tutela del cittadino”. "La professione odontoiatrica vuol dare il senso del proprio ruolo sociale a difesa della salute dei cittadini dimostrando, con i fatti e con le cifre, che l'Ordine non è uno strumento di autotutela di privilegi corporativi degli iscritti, bensì un elemento insostituibile per garantire la salute e la qualità dell'atto medico".
Presidente Renzo che ha ricordato che non è possibile riformare indistintamente tutti gli Ordini professionali senza tenere conto della singole specificità. “In queste settimane –ha chiarito- si è parlato molto dell’abolizione degli Ordini. Ma dobbiamo ricordarci che non è possibile abolire quello dei medici chirurghi e degli odontoiatri perché parte integrante della Costituzione italiana in quanto istituito a tutela di un diritto costituzionale: il diritto alla salute dei cittadini italiani”.
Nessuno vuole abolire gli ordini, tanto meno quello di medici e dentisti hanno evidenziato nei loro interventi i parlamentari -Laura Allegrini (Pdl), Pierluigi Mantini (Udc) e Luigi Lettieri D’Ambrosio (Pdl)- presenti ad una tavola rotonda dedicata al confronto tra politica e settore odontoiatrico. Politici che non si sono sottratti alla critiche del settore. “Se siete d’accordo come mai avete votato le norme che stanno mettendo in difficoltà il nostro ordine e la nostra professione (lasciandola in balia del low-cost e della pubblicità NdR)”, ha chiesto provocatoriamente il presidente ANDI Gianfranco Prada.
Altro aspetto fortemente criticato è stato la possibilità che il capitale entri, anche in maggioranza, nelle società di professionisti. “Si rischia di far fare alla nostra professione –ha detto il presidente AIO Pier Lugi Delogu- la fine che hanno fatto il piccolo commercio favorendo la grande distribuzione ma nel nostro ambito questo atteggiamento porterà gravi danni alla salute dei cittadini”.
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