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Decreto “Cresci Italia”: le norme che interessano i dentisti. Dal decreto la conferma che le professioni sanitarie sono diverse dalle altre
[lunedì 23 gennaio 2012]

Le liberalizzazioni non sono cosa per medici e dentisti. Sembra un po’ questo il segnale che emerge dall’ennesima manovra economica, la terza in pochi mesi che si propone di liberalizzare le professioni regolamentate. Un segnale, speriamo voluto e non casuale, che delinea la volontà del Governo di evidenziare che in tema di salute non si può puntare al pieno liberismo; anche perché in sanità oltre ai dentisti e pochi altri, di liberi professionisti ne sono rimasti veramente pochi.

Dalle prime anticipazioni del decreto “Cresci Italia”, ma si dovrà aspettare la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per avere delle certezze, emerge che medici e soprattutto dentisti liberi professionisti sono quasi esentati dal rispetto dei provvedimenti; da valutare l’articolo che cancella le norme sull’apertura dell’attività.

Unico obbligo, di tipo deontologico, che toccherà direttamente i dentisti è quello che gli impone di fornire al paziente un preventivo scritto che indichi chiaramente i costi delle prestazioni che saranno fornite. Preventivo che dovrà essere completato indicando il numero della propria polizza Rc professionale resa obbligatoria dal decreto di agosto varato ancora dal Governo Berlusconi. Escluse dal rispetto della norma le attività svolte nell’abito del Servizio Sanitario Nazionale o in regime di convenzione.

Una norma, ci spieg ail presidente ANDI Gianfranco Prada che porterà di fatto solo un ulteriore aumento della burocrazia nello studio odontoiatrico e nessun vantaggio per il paziente già ampiamente informato su costi e terapia. "Si dovrà redigere preventivo scritto anche per una sola visita odontoiatrica", si chiede Prada?

Aboliti anche i tariffari di riferimento che, però, erano già stati aboliti dal decreto Bersani. Ma sul tema delle tariffe spunta la necessità di avere, in caso di contenzioso, una sorta di tariffario indicativo che permetta al giudice di determinare parametri definiti.

E chi determinerà queste tariffe?

Se saranno nuovamente gli Ordini professionali, anche solo chiamati come “consulenti” dai ministeri di riferimento, si tornerà di fatto ad una sorta di tariffario indicativo anche se i professionisti non saranno obbligati a rispettarlo. Per molti questa norma è la conferma di come, in tema di prestazioni professionali, i tariffari indicativi sono una tutela per i cittadini e non un problema.

 


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