Da oggi i pazienti degli studi odontoiatrici italiani non potranno più pagare la parcella del proprio dentista in contanti se è superiore ai 999,99 euro.

Ma i dentisti italiani sono attrezzati a ricevere pagamenti tracciabili, in particolare con la moneta elettronica?

Non proprio secondo una ricerca condotta dal Servizio Studi ANDI tra dicembre 2011 e gennaio 2012 su di un campione rappresentativo per età, ubicazione territoriale e dimensione degli studi dell’intera popolazione dei dentisti italiani. A dichiarare di essere organizzati “in tutto e per tutto” sono il 14,7% dei dentisti italiani, mentre ammette di essere pronto solo sotto qualche aspetto il 30%. Sono principalmente gli studi del Nord Ovest (18,9%) ad essere operativi, seguiti da quelli del Nord Est (15,6%), del Centro (13,1%) e del Sud Italia (11,2%)

Totalmente impreparato si dichiara il 13,2% degli intervistati mentre il 42% aspetta di ricevere informazioni dal proprio sindacato. Prevalentemente è il dentista del Sud Italia (46,9%) e le donne (43,6%) ad attendere un sostegno dal proprio sindacato mentre quelli non ancora pronti sono prevalentemente gli studi del Centro Italia (32,6%) mentre se si considera la zona della città dove si trova lo studio sono quelli “in centro” a dirsi pronti, lo sono meno quelli in periferia.

Dal punto di vista anagrafico si dichiarano già attrezzati a ricevere pagamenti  “tracciabili” i dentisti (16%) tra i 36 e 45 anni, seguiti da quelli over 56 (15,7%) e dai giovani sotto i 35 anni (14,5%).

Dentisti che si dividono nell’indicare la soglia oltre la quale dovrebbe diventare obbligatorio l’uso di pagamenti tracciabili. Il 28,6% si dice d’accordo con quanto imposto dal Governo, ovvero i 1.000 euro; il 21% preferirebbe che l’uso del contante fosse concesso fino a 2.000 euro; il 28,3% fino a 3.000 euro mentre il 22,1% oltre ai tremila.