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E’ rischioso trattare pazienti in terapia con anticoagulanti o antiaggreganti orali? Uno studio italiano fa il punto
[mercoledì 22 febbraio 2012]

Nella pratica clinica odontoiatrica vi è frequentemente la necessità di effettuare procedure di chirurgia orale in pazienti sottoposti a terapie anticoagulanti e/o antiaggreganti, che sono potenzialmente in grado di causare complicanze emorragiche. Prevalentemente pazienti affetti da malattie cardiovascolari che per questo ricevono particolari terapie mediche e chirurgiche che prevedono la somministrazione di farmaci che interferiscono con i processi di coagulazione o di aggregazione piastrinica, al fine di diminuire il rischio tromboembolico.

Spesso gli odontoiatri suggeriscono la preventiva sospensione delle terapie antitrombotiche mentre in letteratura, alcuni Autori ritengono questa pratica inutile.

Il Lavoro pubblicato su Il Dentista Moderno (2012;02:120-124) punta a valutare e confrontare la sicurezza delle procedure di chirurgia orale effettuate in un gruppo di pazienti trattati con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti orali, senza modificare la terapia in corso. Dall’ottobre 2008 all’ottobre 2009 sono stati trattati presso l’Unità di Day Hospital e Diagnosi Orale della Clinica Odontoiatrica dell’Ospedale San Paolo pazienti in terapia con anticoagulanti orali (Warfarin o Acenocumarolo) e/o con antiaggreganti (Clopidogrel, Acido Acetilsalicilico, Ticlopidina e Dipiridamolo). Inclusi nello studio 71 pazienti di cui 33 maschi (46.5%) e 38 femmine (53.5%) di età compresa tra 48 e 93 anni sui quali sono stati effettuati 110 interventi in anestesia locale. Il 3,4% dei pazienti in terapia con anticoagulanti e il 3,6% di quelli in terapia con antiaggreganti hanno mostrato complicanze. La percentuale maggiore (20%) è stata riscontrata nei pazienti in terapia con entrambi i farmaci.

“Questo lavoro –spiegano gli autori- evidenzia che adottando un protocollo di gestione pre, intra e post-operatorio standardizzato e operando in strutture protette è possibile eseguire interventi di chirurgia orale in pazienti che presentano difetti della coagulazione farmaco-indotti senza la necessità di sospendere la terapia antitrombotica in atto. Questo non espone i pazienti a rilevanti complicanze emorragiche post-operatorie. Sarebbe tuttavia utile valutare il rischio di complicanze emorragiche disponendo di campioni più rilevanti, in particolare per quanto riguarda quei pazienti che assumono una terapia combinata con anticoagulanti e antiaggreganti”.


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