Scovare le magagne, quello che non funziona, è uno degli obiettivi di Striscia la Notizia , il Tg satirico di Canale 5, problemi segnalati alla redazione da persone che pensano di aver subito danni o disservizi. Così è accaduto anche per il servizio trasmesso giovedì 8 marzo dove un complice si è fatto visitare da 4 dentisti ottenendo diagnosi e preventivi più o meno differenti.
Parlando con alcuni dei protagonisti è emerso che in realtà il servizio ha presentato un problema che se analizzato più nel dettaglio poteva essere ancora più negativo per i dentisti coinvolti e di conseguenza per la professione tutta.
Anche in questo caso l’idea del servizio nasce da una segnalazione giunta a Striscia la Notizia da parte di un paziente che si era fatto vistare da 4 dentisti diversi ricevendo diagnosi e preventivi differente. Dentisti non di Milano come invece abbiamo creduto vedendo il servizio in televisione ma di Rimini (siamo sicuri che anche a Milano, tra gli oltre 3700 iscritti all’Ordine, sarebbe facile trovare 4 dentisti che non concordano nella diagnosi). Gli stessi dentisti che hanno poi visitato il complice di Striscia.
Una questione che ha sollevato alcune critiche da parte della professione è il tempo che secondo quanto dichiarato da Laudadio sarebbe durata la visita al Dipartimento di odontoiatria del San Raffaele di Milano, scelto come istituzione super partes.
“Max Laudadio –ci dice il prof. Enrico Gherlone primario del Servizio di Odontoiatria dell’Istituto San Raffaele di Milano- ha considerato il tempo complessivo che abbiamo trattato il paziente compresa la mezzora dedicata alla seduta di igiene professionale ed il tempo dedicato ad andare a seguire la panoramica( trenta/quarantacinque minuti) e le varie radiografie endorali. La visita vera è propria è durata mezz’ora compresi tutti i sondaggi parodontali. Nel mio intervento ho voluto evidenziare l’importanza della prima visita per cercare di far capire che è un atto importante e che non può essere sminuita come avviene nei centri low-cost o attraverso i buoni offerti dai social shopping. Questo mi sembra il messaggio importante che è passato”.
E sul fatto di non aver segnalato quanto rilevato dalla visita il prof. Gherlone dice.
“E’ stato un bene per quei quattro colleghi e per la professione tutta”. “Indubbiamente –continua Gherlone- per quanto ho letto sui referti che Laudario mi ha mostrato, i colleghi hanno effettuato delle diagnosi approssimative riguardanti solamente cure conservative, i problemi veri non riguardavano solo carie. Oltre alle diagnosi contrastanti non sono sati segnalati problemi parodontali gravi( forcazione passante) una frattura radicolare e rarefazioni periapicali su precedenti terapie endodontiche. Certamente il colleghi avrebbero in un successivo momento, trattando il paziente, ed eseguendo i dovuti accertamenti diagnostici sicuramente riscontrato le stesse problematiche da noi rilevate; questo è stato detto durante la registrazione ma è stato un gran bene che il programma non abbia colto questo aspetto che poteva essere trattato tranquillamente come un danno alla salute del cittadino per negligenza diagnostica. Ma come dicevo prima il mio obiettivo era far passare il messaggio dell’importanza della prima visita e che questo importante momento non può essere squalificato in un approssimativa visita gratuita come avviene in certe realtà”.
“Voglio altresì tranquillizzare –conclude il prof. Gherlone- chi riferendosi alle nostre diagnosi ha pensato ad alti costi per il nostro Servizio Sanitario Nazionale: niente di tutto questo, ogni atto è avvenuto in totale regime di solvenza e gli esami diagnostici a confutare ciò che ho riferito sono a disposizione delle eventuali autorità competenti”.