Con la crisi “globale” che sta ridimensionando quasi tutti i mercati non stupisce che anche i dentisti americani siano in sofferenza. Forse stupisce costatare come nonostante il modello di esercizio professionale dell’odontoiatria a stelle e strisce sia profondamente diverso da quello italiano, i numeri della crisi si assomiglino.
A rilevare i dati dell’andamento economico degli studi odontoiatrici riferiti al quarto trimestre 2011 è l’ADA’s Health Policy Resources che conduce sondaggi periodici, questo è stato effettuato su di un campione di 1.700 dentisti.
Dalla ricerca emerge che il 64% dei dentisti hanno mantenuto invariato il numero di pazienti mentre il 21% ha riscontrato un calo; solo un dentista su cinque dichiara di aver incrementato il proprio fatturato.
Nonostante i dati indichino una certa stagnazione del mercato odontoiatrico il sondaggio dell’ADA rileva come vi sia un piccolo miglioramento nel numero di nuovi pazienti visitati rispetto a quanto rilevato nel terzo trimestre 2011, anche se i numeri rimangono contenuti. Il 18% degli intervistati ha infatti dichiarato che i nuovi pazienti visitati sono incrementati rispetto al trimestre precedente, il 44% ha dichiarato che sono diminuiti mentre per il 38% i nuovi accessi sono rimasti invariati.
Nuovi pazienti che non sempre vogliono dire nuove prestazioni odontoiatriche e non solo perché la loro salute orale non le richiede. I dati ADA indicano come il 34% dei dentisti abbia dichiarato che il numero di pazienti che accettano di iniziare il trattamento proposto sia diminuito mentre il 54% non ha rilevato nessun cambiamento rispetto al trimestre precedente.