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Non si dovrà pagare per i diritti della musica diffusa in studio, lo stabilisce una sentenza della Corte di Giustizia Europea. La soddisfazione di ANDI
[venerdì 16 marzo 2012]

Con la sentenza pubblicata ieri la Corte di Giustizia Europea chiude definitivamente una querelle che ha impegnato per alcuni anni ANDI, a difesa di alcuni dentisti, e la Società Consortile Fonografici che reclamava i diritti per la diffusione della musica in studio.

La Corte di Giustizia Europea ha infatti stabilito che lo studio odontoiatrico non è un luogo pubblico, la musica è ad esclusivo beneficio della propria clientela, e quindi non deve vi è il diritto alla riscossione di un compenso a favore dei produttori fonografici.

Sentenza applicabile a tutte le attività professionali europee.

La sentenza della Corte di Giustizia Europea arriva dopo l’attivazione di alcune cause promosse contro alcuni dentisti appartenenti ad ANDI -tra cui l'allora presidente nazionale Roberto Callioni- dalla Società Consortile Fonografici quale mandataria dei produttori fonografici consorziati al fine di far accertare che questi, nel proprio studio dentistico privato, diffondessero musica di sottofondo senza pagare alcunché ad S.C.F.

Le sentenze di primo grado risultavano vinte dai dentisti, col supporto fornito dall’ufficio legale ANDI. S.C.F. impugnava le pronunce. La Corte d’Appello di Torino, rimetteva la causa alla Corte di Giustizia Europea, per accertare se il diritto europeo, che disciplina la materia, incidesse sull’esito della controversia e in quale misura.

Dinanzi alla Corte di Giustizia, S.C.F. sosteneva che la questione incideva non solo sulla categoria degli odontoiatri, ma su tutte le libere professioni: i legali ANDI si opponevano motivatamente. I giudici europei, la cui sentenza ha un’efficacia normativa vincolante, accoglievano pienamente la tesi sostenuta da ANDI sin dal primo grado del giudizio, affermando che i pazienti di un dentista – come i clienti di ogni altro studio professionale - non possono essere qualificati come “gente in generale” dal momento che i medesimi sono tutti conosciuti dal professionista, che li riceve singolarmente e personalmente.

“Sono veramente molto soddisfatto del risultato raggiunto – commenta il presidente nazionale ANDI Gianfranco Prada – che ribadisce il concetto fondamentale, da sempre sostenuto da ANDI, che lo studio professionale non è un luogo pubblico. Si tratta di una vittoria storica, ottenuta grazie al solo nostro impegno, alla tenacia della nostra Associazione e alla valenza del nostro ufficio legale, un risultato sindacale vero, che farà risparmiare migliaia di euro ai nostri soci e a tutti i liberi professionisti europei.”

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