Il dott. Valerio Brucoli, presidente della CAO di Milano, è il coordinatore del Gruppo Libera professione all’interno della Conferenza Nazionale ECM e componente dall’Assemblea del Co.Ge.A.P.S., il consorzio chiamato a certificare i crediti formativi dei professionisti della salute e trasmetterli alle Omceo di riferimento. Con il dott. Brucoli abbiamo voluto commentare, a caldo, il testo che regolamenterà la nuova ECM presentato dalla Commissione Nazionale ECM alla Stato Regioni per l’approvazione.
Dott. Brucoli, il testo rispetta quanto avevate proposto come Gruppo di lavoro per la libera professione? La Stato Regioni potrà portare delle modifiche?
Per i liberi professionisti il problema era concretizzare l’agevolazione sui costi sopportati e rendere più flessibile l’acquisizione dei crediti. Per quanto riguarda il primo punto il Ministero delle Finanze, competente sull’argomento, non ha mai dato una risposta positiva, mentre per quanto riguarda la flessibilità abbiamo chiesto di acquisire il totale dei crediti senza specifici vincoli o limitazioni riguardo il fabbisogno annuale; di acquisire crediti per l’attività di “best practice”; di non aver limitazioni nella scelta delle modalità di apprendimento formativo; di avere la possibilità di acquisire i crediti su obiettivi individuali; di incrementare la quantità dell’autoformazione ammissibile, nonché la possibilità di variare la composizione del proprio dossier formativo nell’arco del triennio in base alle proprie esigenze e così via, secondo il documento presentato lo scorso Ottobre a Cernobbio. Auspico che nei vari passaggi non vengano apportate modifiche.
Gli Ordini potranno organizzare eventi formativi anche su temi tecnico-professionali e non solo su quelli deontologici ed etici offrendoli agli iscritti gratuitamente o quasi. Potrà esserci una sorta di concorrenza tra Ordine ed i provider “professionisti”?
Per quanto riguarda la concorrenza tra Ordini e ”provider che lo fanno per mestiere”, onestamente non vedo il problema, come per altro non c’è problema in questo momento: sono funzioni completamente diverse. Tanto per spiegarmi meglio, pensiamo a tutto quell’aggiornamento ritenuto non remunerativo, ma di grande importanza, come ad esempio quello riguardante l’individuazione precoce dei tumori del cavo orale: ci deve essere qualcuno che lo assicuri e questo qualcuno è l’Ordine. Perché, poi, non bisogna dimenticare che il centro del discorso deve sempre rimanere la tutela della salute e non i pur legittimi - e in diversi casi anche utili - business che ci girano intorno.
Come Ordine siete chiamati a verificare la formazione degli iscritti o solamente a certificare l'avvenuto aggiornamento? Certificando l’aggiornamento dei singoli iscritti, secondo quanto previsto dalla Finanziaria dell’agosto scorso sarete costretti a sanzionare, in automatico, quelli che non si aggiornano?
Per quanto riguarda la certificazione dell’aggiornamento è sicuramente un compito ordinistico, mentre la verifica la si fa già alla fine di ogni evento formativo: comunque, in termini generali, vorrei ricordare che il riferimento rimane sempre il Codice Deontologico e quella coscienza che, insieme alla scienza, ha reso la nostra odontoiatria una delle migliori del mondo. Per cui non vedo grandi problemi, compreso quello delle sanzioni, tutte da definire e che ovviamente non sono assolutamente automatiche.
Concludo dicendo che comunque il nostro impegno continua per cercare di sciogliere i diversi nodi che ancora ci sono e per rendere questo sistema il più possibile calzante alle esigenze dei liberi professionisti.
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20/10/2011- ECM, le proposte approvate dal Gruppo di lavoro sulle libere professione della Commissione Nazionale ECM
20/10/2011- ECM, dal terzo Forum, le questioni che interessano i liberi professionisti. Brucoli (CAO) superare i problemi per i liberi professionisti