Dopo la decisione del Ministero dell’Università di non autorizzare l’Università portoghese Ferdinando Pessoa ad aprire una propria succursale italiana per iscrivere 250 studenti ogni anno al corso di laurea in odontoiatria i legali dell’Università hanno presentato ricorso al Tar contro la decisione chiedendone la sospensiva. A costituirsi conto il ricorso l’ANDI che attraverso una nota ha motivato la decisione con la necessità di scendere in campo, direttamente, per difendere tutta la professione odontoiatrica italiana.
“Come sempre quando la professione odontoiatrica rischia di subire un pericoloso attacco, la nostra associazione è pronta a reagire utilizzando anche gli strumenti giudiziari”, dice attraverso un comunicato il presidente nazionale Gianfranco Prada annunciando la decisione di intraprendere l’azione legale.
Il rischio ricorda ANDI, se il Tar dà ragione all’Università Pessoa, è che altre Università straniere potrebbero seguire la stessa strada aprendo loro succursali in Italia.
“Da anni –continua il presidente Prada- denunciamo che in Italia il numero degli odontoiatri è eccessivo rispetto al fabbisogno della popolazione (in alcune zone del nostro Paese abbiamo un rapporto di un professionista ogni ottocento abitanti, mentre il numero ideale indicato dall’O.M.S. è di uno ogni duemila), ora esiste il concreto rischio che il numero programmato di accesso all’Università (circa ottocento studenti ogni anno) salti clamorosamente”.
“Siamo come ANDI nuovamente in prima linea per tutelare tutti gli odontoiatri italiani –conclude Prada- come recentemente avvenuto davanti alla Corte di Giustizia Europea per la questione dei diritti d’autore per la diffusione della musica in studio. Speriamo anche questa iniziativa risulti vittoriosa”.