Anche quest’anno il Wokshop di Cernobbio (Como) organizzato dall’ANDI giunto alla sua IV edizione – in questa edizione gli organizzatori hanno leggermente abbandonato i temi economici per analizzare quelli sociologici che caratterizzano il rapporto dentista paziente- ha soddisfatto le attese offrendo ottimi spunti di riflessione su come sta andando la professione odontoiatrica.
“Dai nuovi bisogni del paziente alla rimodulazione della professione.”Sei dentro o fuori dal tuo tempo?” il tema sviluppato dagli autorevoli relatori presenti. Al centro del convegno, moderato dal giornalista Rai Franco di Mare, il sondaggio del professor Renato Mannheimer su “La percezione del dentista da parte della popolazione e i nuovi bisogni emergenti”.
Sondaggio dal quale emerge senza ombra di dubbio che i pazienti si fidano del dentista libero professionista.
Sono infatti nove su dieci (93%) gli italiani che ripongono la loro fiducia nel medico dentista e quasi sei su dieci (56%) dicono di averne molta. Il dentista è considerato al pari del medico di famiglia. Infatti il dentista e il medico di base hanno, nella popolazione, un voto di 7,6 come fiducia media, di contro a un 7,5 dei medici specialisti. Queste sono le uniche professioni per cui la maggioranza degli italiani ha sempre espresso una forte fiducia (hanno detto di fidarsi nell’ordine il 93%,90% e 93% degli italiani). All’opposto le professioni di giornalista e di manager sono le uniche a contare un voto medio (da 1 a 10) inferiore alla sufficienza seppur di poco (5,9) mentre avvocati (6) e notai (6,3) e magistrati (6,4) appena sopra la media. Il dentista ed il medico di base raccolgono i voti più alti (7,6 di media)
“Il sondaggio conferma che gli italiani si fidano del proprio dentista libero professionista –commenta Gianfranco Prada Presidente nazionale ANDI- considerandolo al pari del medico di famiglia. Italiani che si fidano del dentista se possono avere con lui un rapporto diretto bocciando nettamente le grosse strutture ed il turismo odontoiatrico. Ma è anche la fiducia nella libera professione in sanità, di cui i dentisti italiani e quelli ANDI in particolare sono uno degli ultimi baluardi rimasti, ad uscirne rafforzata considerata come garanzia di serietà e qualità”.
Un’altissima fiducia verso l’odontoiatra che svolge la sua attività in uno studio privato italiano (89%). Ciò è dimostrato anche dal fatto che in otto casi su dieci (82%) gli italiani si rivolgono sempre allo stesso dentista.
Fiducia di cui i dentisti italiani non sembrano esserne consapevoli. La prof.ssa Alessandra Mazzei (Università IULM di Milano) ha voluto porre ad un campione significativo dei dentisti italiani le stesse domande poste ai cittadini dal prof. Mannheimer scoprendo che, in tema di fiducia, gli odontoiatri pensano che i loro pazienti non li considerino molto visto che alla domanda “quanta fiducia l’opinione pubblica ha nei confronti del medico dentista (esprima un voto da 1 a 10)” i dentisti si danno un 5,3.
Dentisti che ritengono che i propri pazienti tendano facilmente a tradirli (solo il 17,7% dei dentisti pensa che i pazienti si rivolgano sempre allo stesso dentista mentre l’82% dei cittadini ha ammesso di farlo) e che considerano come prioritario nella scelta del dentista da parte del suo paziente il costo della prestazione, il 99,6% lo giudica come primo fattore che spinge i cittadini a non rivolgersi in uno studio dentistico privato italiano. Invece sono solo il 39% dei cittadini che non sono mai andati da un dentista privato (il 6% del totale) ad averlo fatto per il costo mentre di quelli che invece hanno “provato” il dentista libero professionista solo il 7% effettua la scelta in base al prezzo della prestazione.