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Per Vittorio Sgarbi, meglio una donna con un bel sorriso che con seni rifatti. Gli artisti bravi non mostrano i denti nelle loro opere. Dentisti scultori che creano forme armoniche
[martedì 15 maggio 2012]

“Il sorriso e l’attaccatura dell’orecchio sono le prime due cose che guardo in una donna”. A confessarlo è stato Vittorio Sgarbi noto critico d’arte, “esperto di donne”, intervenendo durante il IV Workshop economico in odontoiatria organizzato da ANDI lo scorso sabato a Cernobbio (Como) tenendo una lezione su “il valore del sorriso come veicolo di positività dall’arte alla contemporaneità”.

Sgarbi che con la sua irriverenza e vena polemica si è dichiarato un sostenitore del bel sorriso, dei denti in armonia con il volto della persona.

“I denti appaiono a tua insaputa quando parli –ha detto il critico- è evidente che la cura dei denti è un dato primario”. “Non si capisce perché tante persone non trascurano la propria igiene personale mentre tollerano il tartaro ed i denti sporchi”. Denti definiti come il biglietto da visita della persona.

Sgarbi è convinto che le donne dovrebbero rifarsi il sorriso prima dei seni; evitando sicuramente quelli esageratamente grandi, “militari” li ha definiti. Denti rifatti non seguendo canoni standard ma secondo l’armonia del viso e guai a mettere i brillantini sui denti ha ammonito.

“Chi lavora sui denti è uno scultore che compone una forma assolutamente armonica, una professione dove l’elemento creativo si interseca con l’avanzamento tecnologico e scientifico”, le considerazioni di Sgarbi sui dentisti accusati, però, di essere una professione troppo “maschile”.

Molte le opere presentate e commentate per celebrare il sorriso nell’arte, ma nessuna delle quali mostrava i denti.

Un buon artista, dice il critico, non ritrae i denti ricordando come il sorriso più dibattuto della storia, quello della Gioconda di Leonardo, non li mostra come non li hanno dipinti gli artisti che hanno composto le opere presentate, a cominciare dall’Apollo da Veio (VI secolo a.C.) il primo sorriso della storia dell’arte, spiega Sgarbi.


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