Dopo la manifestazione davanti al Tar Lazio contro l’Università Pessoa gli studenti in odontoiatria dell’AISO continuano le azioni per contrastare quello che chiamano il “business europeo di compravendita di lauree” chiedendo un numero programmato europeo per iscriversi in una facoltà europea medica.
“Siamo stufi di vedere Università europee che vendono le lauree senza che nessun organo istituzionale europeo faccia nulla per fermale”, dice Matteo Piergentili presidente AISO. “Si parla tanto di liberalizzazioni, di libertà dello studio, ma questa è solo una farsa che nasconde un business di centinaia di milioni di euro, che arricchisce pochi investitori i quali ingannano i genitori di studenti sfaticati costringendoli a sborsare centinaia di migliaia di euro nell’illusione di dare un posto di lavoro ai loro figli”.
Per cercare di mettere fine alla possibilità di laurearsi in un paese comunitario e poi venire a lavorare in Italia l’AISO chiede al Parlamento europeo ed a quello italiano di:
- Stabilire un numero programmato di accessi alle facoltà mediche su scala europea, secondo i criteri indicati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
- Fermare i franchising e tutte le cliniche low-cost.
“Alla luce delle recenti liberalizzazioni –continua il presidente AISO- si potrebbe pensare che siamo di fronte ad una nuova rivoluzione industriale, in cui i prezzi delle prestazioni dei liberi professionisti si abbasseranno in favore dei ceti sociali più poveri. Ma non è assolutamente così, a beneficiare non è il paziente che risparmia sul suo bene principale, ovvero la salute, ma pochi investitori che risparmiando sulla manodopera e sui materiali, come una vera azienda, metteranno a serio rischio la salute dei cittadini e riducendo ad operai tutti i giovani liberi professionisti che vi lavorano”.
Per rendere più incisiva la proposta AISO sta preparando una raccolta firme (presto online) a livello europeo per una petizione da presentare alla UE ed alle istituzioni italiane.
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