Con la Finanziaria 2008 (Decreto legge 112/08) è stato reintrodotto come strumento di lotta all’evasione il “redditometro” presentato per la prima volta nel 1992.
L’Agenzia delle Entrate potrà quindi indagare sul tenore di vita del contribuente per verificare eventuali incongruenze con i redditi imponibili denunciati al fisco. Per valutare il reddito presunto saranno considerati beni di proprietà come auto, moto, abitazioni, imbarcazioni, collaboratori familiari, aerei e cavalli da corsa; questi beni saranno “pesati” secondo dei coefficienti stabiliti dall’Agenzia delle Entrate e la somma ottenuta rappresenterà il reddito presunto del contribuente. La stima così calcolata sarà poi confrontata con il reddito dichiarato dal contribuente stesso; nel caso in cui il reddito dichiarato dal contribuente sia inferiore al 75% del reddito derivato dal redditometro e se tali scostamenti si verificano per due o più anni solari l’Agenzia delle Entrate notificherà al contribuente le irregolarità riscontrate. I contribuenti non in regola avranno dai 15 ai 30 giorni di tempo per trasmettere all’Agenzia delle Entrate le proprie giustificazioni dopodiché l’Agenzia potrà eseguire l’accertamento, archiviare la pratica o eseguire ulteriori indagini. I controlli saranno eseguiti dalla Guardia di Finanza in collaborazione con gli enti locali ed i Comuni.
In questi giorni sul sito dell’Agenzia delle Entrate è stato pubblicato l’aggiornamento del redditometro in base alle variazioni percentuali dell’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat. E’ stata modificata la tabella allegata al decreto ministeriale del 10 settembre 1992 relativa al calcolo dell’imposta per i periodi 2008 e 2009 e sono cambiati valori di riferimento per il calcolo dei redditi presunti.