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Piano Sanitario Regione Toscana, il no della FNOMCeO all’affidare agli igienisti dentali la prevenzione secondaria e di istituire convenzioni basate sulle tariffe
[lunedì 18 giugno 2012]

Il  Piano sanitario regionale 2012-2015 in discussione in queste settimana in Regione Toscana porta delle novità nell’assistenza odontoiatrica. La Regione punta a promuovere “un sistema di prevenzione e cure odontoiatriche come scelta di salute superando le attuali difficoltà di accesso incontrate da una parte crescente della popolazione”.

Queste le strategie previste dalla Regione:

Combattere i fattori di rischio, porre l’accento su una scuola che diventi luogo di acquisizione di corretti stili di vita, fare dell’assistenza sul territorio la prima sentinella per i bisogni dei pazienti più fragili e a rischio promuovendo un referral interno al servizio pubblico, sono passaggi sicuramente non semplici ma irrinunciabili nell’ottica di voler rispondere a principi di equità e diritto.

Si procederà quindi a:

  • attuare un rimodellamento dell'intervento di prevenzione rivolto alla popolazione infantile per raggiungere una proporzione maggiore di bambini, valorizzando le competenze di figure professionali non mediche nella fase di screening (igienisti dentali) con strumenti e progetti di volta in volta adeguati al contesto, quali educazione e prevenzione secondaria nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie,
  • standardizzare le iniziative di prevenzione primaria in fase pre e perinatale nell' ambito dei corsi di preparazione al parto,
  • attuare interventi di sanità di iniziativa per la cura odontoiatrica o protesica verso i soggetti più deboli (comunità etnico culturali e migranti, anziani istituzionalizzati, giovani in condizioni di disagio, soggetti disabili o in terapia oncologica domiciliare), o Rilanciare le azioni previste con atti regionali (DCR 163-2003, DGR 861-2004, DGR 623- 2005, DGR 234-2007), al fine di garantire una maggiore accessibilità alle attività di cura e riabilitazione odontoiatrica per i cittadini toscani, in particolare attraverso: Sperimentazione di forme gestionali innovative, con integrazione pubblico – privato; migliore utilizzo delle strutture e competenze presenti nei servizi di odontoiatria aziendali; revisione delle modalità di compartecipazione alla spesa.

Come prevedibile è proprio sulla volontà di puntare al contenimento delle tariffe per alcune prestazioni protesiche e al coinvolgimento di figure non mediche come gli igienisti dentali a fare nascere la polemica. Con una nota ufficiale la Federazione Toscana degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri nell’ottica della tutela della salute del cittadino ed il corretto esercizio della professione medica e odontoiatrica contesta queste scelte.

“Proprio per l'importanza della prevenzione –si legge nella nota diffusa attraverso la newsletter settimanale della FNOMCeO Toscana- nell'ottica condivisa di ridurre sia la patologia che i costi futuri del sistema sanità, la diagnosi precoce diventa pilastro fondamentale La diagnosi, deve essere eseguita solo da personale abilitato e solamente in luogo idoneo dal punto di vista igienico e fornito delle adeguate attrezzature strumentali, in modo da garantirne un'esecuzione corretta e sicura. E' condivisibile la decisione di affidare alle igieniste dentali il compito previsto per tale figura: l'insegnamento delle corrette tecniche di igiene dentale ed alimentare. Non è invece condivisibile affidare loro la prevenzione secondaria, che altro non è che diagnosi precoce di una patologia ormai in atto, né permettere che tali operazioni vengano eseguite in ambienti non autorizzati dal punto di vista igienico-sanitario. Tale intervento non rientra tra le mansioni previste per il profilo professionale dell'igienista dentale regolamentato dal DM N°137 del 15 Marzo 1999. Il DM prevede inoltre che l'igienista dentale possa espletare la sua "attività clinica" solo su indicazione dell'odontoiatra. Il secondo passaggio si riferisce ai DGR 861 e DCR 163 All.A ovvero si ritiene che le tariffe previste per alcune delle prestazioni, ad esempio le terapie implantari, nell'ipotesi che vengano confermate, comportino il rischio per gli odontoiatri che vi aderiranno di non garantire le condizioni minime di sterilità e di conseguenza di sicurezza per i pazienti”.

 


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